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Marrakech, morti sono 17. Cresce pista Al Qaeda

Marocco, s'aggrava il bilancio dell'esplosione in un caffè del centro. Undici vittime straniere. Le autorità: "Atto terroristico"

Giulio Bucchi
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E' salito a 17 morti il bilancio dell'attentato terroristico che ieri a Marrakech, in Marocco, ha fatto saltare in aria un caffè nella centralissima piazza Jemaa el Fna. Due dei 23 feriti, infatti, sono deceduto all'ospedale Ibn Tofail. Delle vittime, undici sono straniere: otto francesi, due britannici e una donna israeliana in stato interessante. Le autorità marocchine non hanno dato ancora nessuna informazione sull'identità delle vittime straniere, ma hanno parlato di "atto terroristico". Dubbi sulla modalità: si pensa a un kamikaze, che qualche testimone avrebbe visto recarsi al bancone del bar per bere un succo d'arancia prima di farsi saltare. A confermare l'attacco suicida ci sarebbero le fonti dell'ospedale, che rivelerebbero la presenza di chiodi e pezzi di ferro nei corpi delle vittime. Un'altra versione, invece, parla di una valigetta lasciata nel locale. Cresce, in generale, la sensazione che dietro l'attentato ci sia Al Qaeda. "VILE ATTACCO" - "Non conosciamo l'identità dei responsabili ma si tratta certamente di un sabotaggio al processo di democratizzazione in corso nel mondo arabo", attacca Mohammed Ziane, ex ministro dei Diritti umani, fondatore del Partito liberale marocchino e figura di spicco del locale movimento riformista. L'attacco di Marrakech è stato condannato con forza dal segretario di Stato americano Hillary Clinton e dall'Onu: "Gli atti di terrorismo non possono essere tollerati ovunque accadano", ha detto la Clinton, definendo l'esplosione un "vile attacco". Il segretario generale dell'Onu Ban Ki Moon si è detto "sgomento": "Nessun obiettivo politico può giustificare simili atti odiosi".

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