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Default Usa, il debole Obama si aggrappa ai repubblicani

Il presidente democratico in difficoltà: "Affrontiamo la crisi insieme e troviamo un accordo. Se non ora, quando?"

Giulio Bucchi
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Barack Obama sfida l'opposizione repubblicana a trovare ora un accordo sul deficit che eviti agli Stati Uniti il default. Giusto prima di incontrare per la terza volta i leader del Congresso, il presidente americano ha dichiarato in una conferenza stampa di voler raggiungere un accordo "più ampio possibile", sottolineando che non firmerà nessuna misura temporanea. "Ora è il momento di raggiungere un accordo, se non ora, quando?", ha detto il presidente democratico. "E' da un po' di tempo che sento dire dai miei amici repubblicani che è un imperativo morale affrontare il nostro debito e il nostro deficit. Quello che dico loro è: allora facciamolo", ha proseguito un Obama om evidente difficoltà. Il presidente ha chiarito di non voler nessuna soluzione tampone "a 30, 60, 90 o 180 giorni". Perché "questi sono gli Stati Uniti d'America. Non gestiamo i nostri affari di tre mesi in tre e mesi". Se oggi può sembrare difficile raggiungere un'intesa, superando le resistenze repubblicane sulle tasse e quelle democratiche sui tagli alle spese sociali, fra sei mesi "sarà ancora più difficile", ha avvertito. Trattive a oltranza - Per arrivare all'accordo, Obama si è detto pronto a lavorare senza sosta, con incontri "oggi, domani, il giorno seguente e tutto il prossimo fine settimana, se necessario". Il presidente è infatti consapevole che il tempo stringe: ci sono non più di dieci giorni, al massimo due settimane di tempo, per raggiungere un compromesso da poter votare al Congresso prima del 2 agosto. A quel momento, se non sarà stato votato un compromesso per alzare il tetto del debito, per la prima volta nella storia degli Stati uniti, scatterà il default, con il blocco della spesa pubblica. Ma Obama ha voluto chiarire che "il default non è accettabile". E indossando le vesti del politico responsabile deciso a trovare un accordo al di là degli steccati ideologici, ha detto di essere disposto ad affrontare "significative pressioni da parte del suo partito" pur di giungere ad una intesa. Ma ha invitato i repubblicani ad impegnarsi anche loro "se vogliono fare sul serio", e a presentare una proposta che possa essere approvata dai due rami del Congresso. "Penso che il popolo americano voglia che qualcosa sia fatto", ha sottolineato.

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