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Lampedusa, autopsia sui corpi Pestati a morte due dei 25

Indagati i sei immigrati presunti scafisti. Gli inquirenti li hanno identificati ma non possono ancora procedere con gli arresti

Costanza Signorelli
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Si era detto che erano morti per asfissia e la ricostruzione sembrava delle più attendibili dato che, i 25 profughi morti sul barcone diretto a Lampedusa, erano rimasti per tre giorni in una botola strettissima a contatto con i gas del motore. Ora lo scenario sta cambiano. Su due dei 25 corpi è stata effettuata l'autospia e si sono riscontrate lesioni e percosse. Sarà il futuro esame peritale a stabilire se la causa della morte sia sata quest'ultima oppure l'asfissia. Intanto i sei presunti scafisti dell'imbarcazione - che trasportava oltre alle 25 vittime, 271 africani - sono stati iscritti nel registro degli indagati per favoreggiamento dell'immigrazione clandestina. A renderlo noto è la Procura di Agrigento mentre è ancora a carico di ignoti l'indagine per omicidio e morte quale conseguenza di altri reati. Le indagini - A condurre l'inchiesta sui 25 profughi, tra i quali una donna, trovati morti nella stiva di un peschereccio salpato dalla Libia e soccorso a Lampedusa domenica notte, è il procuratore della Repubblica di Agrigento Renato Di Natale. Gli investigatori hanno identificato i sei scafisti. Intanto la Procura di Agrigento è ancora in attesa del nullaosta del ministro della Giustizia per proseguire oltre, in quanto il fatto è accaduto in acque internazionali. Infatti i 6 uomini sono guardati a vista nel centro d'accoglienza di Lampedusa ma al momento non è stato emesso alcun provvedimento di arresto nei loro confronti. Secondo indiscrezioni la Squadra mobile di Agrigento ha già ascoltato tutti i 271 sopravvissuti e tra questi sarebbero stati individuati i 6 scafisti, ma senza l'autorizzazione ministeriale non si può procedere nei loro confronti. Le violenze - Secondo quanto accertato dal medico legale, una delle due vittime ha il cranio fratturato in due punti, l'altra ha riportato fratture allo zigomo e alla fronte. Per gli investigatori le lesioni potrebbero essere state provocate o da colpi di bastone o da calci. "Probabilmente - spiega un inquirente - i due hanno cercato di uscire dalla stiva e di aprire la botola, ma sono stati ricacciati indietro con calci e a bastonate".

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