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Cav-Bossi: la quadra c'è Silvio domani a Bruxelles

Caos pensioni, Alfano: "Raggiunta l'unità tra Pdl e Lega. Risponderemo a Bruxelles". Il risultato dopo 24 ore di trattativa e il pressing del Colle

Lucia Esposito
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Dopo quasi ventiquattro ore di estenuante trattativa, l'annuncio che ha calmato le acque all'interno della maggioranza è arrivato da Angelino Alfano: "L'unità tra Pdl e Lega si è raggiunta sulla decisione di rispondere puntualmente all'Europa sulle cose che si sono fatte e che intendiamo fare". Il succo della dichiarazione del segretario del Pdl è questo: Silvio Berlusconi e Umberto Bossi hanno trovato un'intesa sulla riforma delle pensioni che l'Europa ci chiede e per la quale ci ha dato uno stringente ultimatum che scade mercoledì. Un annuncio atteso, arrivato al termine di un'altra giornata piena di tensione, passata tra i richiami del Colle, vertici di maggioranza e la limatura di Berlusconi alla lettera che verrà recapitata mercoledì a Bruxelles. Il Senatùr, però, anche dopo l'annuncio dell'accordo si è detto "pessimista" sulle sorti del governo. I punti dell'accordo - Secondo le indiscrezioni trapelate, l'accordo di massima prevede un'apertura del Carroccio sulla possibilità di mettere mano alle pensioni d'oro, alle baby pensioni, al sistema relativo alle invalidità e, forse, all'innalzamento dell'età pensionabile delle donne nel privato ma in tempi graduali. Resta la chiusura totale del Carroccio sulle pensioni di anzianità. Bruxelles dovrà digerire questa intesa, anche se l'Europa vorrebbe una riforma nero su bianco in tempi record. La pace armata tra Silvio e Umberto - contando sui 'mugugni' di Bruxelles - assume così anche i connotati di una mossa per prendere tempo e cercare di trovare una quadra definitiva al problema: tempo massimo, una settimana. Bossi non pare però intenzionato a mollare, e per calcolo politico è poratato a non disdegnare una crisi di governo. Alfano: "Risposta chiara all'Europa" - Il segretario Alfano ha poi continuato, nel corso della registrazione di Porta a Porta, affermando di sperare "di aver individuato con la Lega un punto di equilibrio per dare all'Europa una risposta anche sulle pensioni". All'Eurogruppo di mercoledì, ha proseguito, "ci sarà un atteggiamento positivo nei confronti dell'Italia" e "anche oggi si è dimostrato che tiene un rapporto tra due partiti che hanno fin qui assicurato stabilità e riforme al Paese". Quindi Alfano si è rivolto anche alle opposizioni: "Se avete a cuore il bene comune, un dovere avete: portare delle proposte in Parlamento" senza porre la pregiudiziale su Berlusconi. E ancora: "Se ci sono scelte che un governo di responsabilità nazionale deve fare perché non farle con questo governo". Quindi ha sottolineato che se facciamo queste scelte con un presidente del Consilgio che "la gente non sa chi sia" perché non è stato eletto "tradiamo lo spirito di una democrazia moderna". Infine anche una battuta sulla maggioranza: "L'intenzione è quella di anadare avanti. Noi abbiamo un governo che ha una maggioranza parlamentare che è decisa a fare scelte importanti. Un governo che ha i numeri e con questi la forza di fare cose importanti. Noi intendiamo andare avanti". "Limata la lettera" - In precedenza si era appreso che Silvio Berlusconi "sta limando" la lettera che verrà recapitata mercoledì ai vertici europei per informare il Vecchio Continente del piano economico dell'Italia. E, al contrario delle "fantasie e strumentalizzioni" lette da più parti, fa sapere il suo portavoce Paolo Bonaiuti, il premier ha "confermato il suo viaggio a Bruxelles". Il Cavaliere, dunque, non fugge. Anche se la patata è bollente: da lui domani ci si attendono notizie certe su crescita, tagli, riforme strutturali, "numeri e fatti, non parole", come chiesto dall'Unione Europea. E con la Lega che si trincera sul fronte pensioni e il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano in pressing ("Basta parole") la missione è complicata. Non a caso, quella tanto attesa lettera sarà quasi sicuramente "di intenti". Salta l'Ecofin - Berlusconi andrà al vertice europeo mentre la Presidenza dell'Unione ha contemporaneamente deciso di non convocare la riunionte dei ministri delle Finanze dei 27 Paesi, prevista domani e preliminare al vertice di presidenti e premier, in programma alle 18. "Il lavoro su un pacchetto complessivo di misure per arginare la crisi del debito sovrano - si legge in una nota della presidenza polacca dell'Unione diffusa a Bruxelles - continuerà all'incontro dei capi di Stato e di governo dell'Ue". L'Ecofin si aggiornerà dopo il vertice dei leader, "l'obiettivo è quello di adottare tutti gli elementi necessari e i dettagli riguardanti il pacchetto al più presto possibile". Ma di certo, in un momento di urgenza concreta e impasse politica, è un altro segnale negativo. Vertice a Palazzo Chigi - Oggi, lunedì, è stata una giornata di confronti serrati e poche certezze. In mattinata a Palazzo Grazioli si è svolto un vertice di maggioranza con Silvio Berlussconi: obiettivo, fare il punto della situazione in vista del vertice straordinario di Bruxelles che si svolgerà domani. Alla riunione, oltre al premier, hanno preso parte Angelino Alfano, i ministri Roberto Calderoli, Maurizio Sacconi e Roberto Maroni, nonché i capigruppo di Lega e Pdl di Camera e Senato. Scorraggiato e ancora un po' frastornato, Berlusconi lunedì per la prima volta non ha escluso davanti al capo dello Stato, la possibilità di un suo passo indietro. E ha lasciato intravvedere la possibilità di un governo transitorio affidato a Gianni Letta. Dopo tutto, la sua disponibilità a fare un passo fuori emerge anche in un passaggio dell'ultimo libro-intervista a Silvio Berlusconi Questo amore. Il premier, infatti, dice: "Mi auguro che ci siano le condizioni per cui io possa lasciare ad altri la responsabilità della candidatura alla presidenza del Consiglio, magari restando nel partito come padre Fondatore. In ogni caso farò quello che la mia coalizione e il mio partito mi chiederanno. Per succedere a Giorgio Napolitano al Quirinale, Gianni Letta è davvero l'unico protagonista della attuale politica che vedo meritevole di quella investitura». Lo dice il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi rispondendo a Bruno Vespa nel libro «Questo amore» in uscita da Mondadori-Rai Eri il prossimo 28 ottobre. Un'affermazione che, alla luce di queste ore di convulse trattative con la Lega sulla questione riforme, sembra quasi profetica.Per succedere a Giorgio Napolitano al Quirinale. Le pressioni Napolitano - A Bruxelles intanto sono sicuri che mercoledì il premier italiano invierà una lettera in cui "enunci in modo chiaro le misure che intende adottare" lo ha detto la portavoce della commissione europea Pia Hansen. "Siamo, oggi più che mai, nella stessa barca in un mare in tempesta. Ciascun Paese deve fare la sua parte e dobbiamo garantirci reciprocamente l'indispensabile solidarietà". Così il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano sottolinea, in una nota, come l'Europa debba agire con spirito di coesione dinanzi alla crisi economica. "Da 60 anni - ha aggiunto il capo dello Stato- abbiamo scelto, secondo l'articolo 11 della Costituzione e traendone grandissimi benefici, di accettare limitazioni alla nostra sovranità, in condizioni di parità con gli altri Stati: e lo abbiamo fatto per costruire un'Europa unita, delegando le istituzioni della Comunità e quindi dell'Unione a parlare a nome dei governi e dei popoli europei". E poi, il messaggio al governo: " Per l'Italia è il momento di definire - in materia di sviluppo e di riforme strutturali  - le nuove decisioni di grande importanza annunciate ieri nella dichiarazione ufficiale del Presidente del Consiglio" e ha precisato che "dobbiamo compiere tutte le scelte necessarie per ridurre il rischio a cui sono esposti nei mercati finanziari i titoli del nostro debito pubblico, rendere più credibile il nostro impegno ad abbattere tale debito e a rilanciare la crescita economica".

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