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De Bortoli sembra Bersani: Berlusconi si deve dimettere

Nuovo attacco del Corriere al Cav: "Renda possibile subito un esecutivo di emergenza. Premier straparla"

Andrea Tempestini
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"Un Paese alla deriva. E' questa l'impressione che diamo all'Europa e ai mercati che continuano, come ieri, a punirci". Ferruccio De Bortoli, il direttore del Corriere della Sera, spara ad alzo zero e ripete il mantra che da settimane si alza in cielo da via Solferino. "Il tempo di Berlusconi è finito. La resistenza del Cavaliere non ha più senso. Rischia di travolgere il suo partito - che dovrebbe spingerlo a lasciare - e soprattutto il Paese. La crisi è economica - continua De Bortoli -, ma anche politica legata alla sua persona. Doveva annunciare prima che non si sarebbe ricandidato e chiedere elezioni anticipate. Come la Spagna". "Subito un esecutivo di emergenza" - Il Corriere continua così a spingere per il modello Zapatero, puntando il dito contro "il governo" che "ha le sue responsabilità. Gravi. Anche se la crisi è globale". Quindi De Bortoli spinge ancora: Berlusconi dovrebbe "rendere possibile subito, con un gesto responsabile, un esecutivo di emergenza - anche a guida di un esponente della maggioranza - che concordi con l'opposizione i tempi e i modi per scongiurare il pericolo di un fallimento e l'onta internazionale di vedere il Paese con il cappello in mano". Ma l'attacco al Cavaliere è frontale. "Il premier straparla sull'euro - sentenzia il direttore di via Solferino -, poi si corregge. Dare la colpa alla Grecia non basta, anche se Atene sceglie un referendum scellerato". Opposizione improponibile - Nell'editoriale di mercoledì 2 novembre De Bortoli bacchetta anche l'opposizione, che "salvo rare eccezioni, è apparsa nei giorni scorsi più preoccupata dalla idee di Renzi e dalla forma bizantina delle primare che di dimostrare con proposte concrete di avere una cultura di governo europea". E ancora sulla sinistra, il Corriere riconosce che "non c'è un elemento della lettera della Bce che trovi d'accordo la triade di Vasto (Bersani, Di Pietro, Vendola).

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