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Nicolas sulla Merkel: "Ci fa correre verso la catastrofe"

Tutti contro la cancelliera tedesca: lo sfogo fuori onda dell' "amico" Nicolà, lo schiaffo di Draghi e i titoli tedeschi nel mirino

Costanza Signorelli
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Un fuori onda che fa già scalpore, quello del presidente francese Nicolas Sarkozy. Il cancelliere tedesco Angela Merkel ci «sta facendo correre verso la catastrofe», ha detto il presidente al termine della trilaterale di giovedì scorso a Strasburgo con la stessa Merkel e con il premier italiano Mario Monti. Nessuna battuta pesante, nessun commento più o meno goliardico o di cattivo gusto, ma uno sfogo fatto con alcuni fedelissimi sull'atteggiamento inflessibile della dama di ferro di Berlino. Uno sfogo che però scoppia come una bomba e fa traballare vistosamente l'asse franco-tedesco. Se a questo si aggiunge il monito severo del governatore della Bce Mario Draghi lo scenario che si compone è davvero complesso e traballante. I "cambi dei governi che si sono visti in alcuni dei paesi più esposti non hanno ancora avuto molti effetti sui mercati finanziari, che continuano a essere fragili", ha bacchettato Draghi, e il messaggio era diretto inequivocabilmente al premier Mario Monti. Ma anche alla cancelliera tedesca Angela Merkel. E infatti, secondo il governatore "serve una nuova unica compatta struttura di bilancio europea, una struttura unica europea potrebbe custodire l'essenza delle regole di bilancio e degli impegni di governo presi finora. Si tratta di un elemento molto importante per recuperare credibilità". I guai della cancelliera - E infatti anche la Germania, che sin ora ha vantato di esser l'ago della bilancia dell'economia europea, non se la passa affatto bene. Secondo gli analisti di Goldman Sachs, l'Europa si sta accelerando verso il fine partita e l'esito più probabile sarà la condivisione dei debiti. Magari attraverso una forma di "eurobond" o grazie all'acquisto massiccio di debiti da parte della Bce. Ma in questo scenario è proprio la Germania che dovrà farsi carico di una parte importante del riequlibrio della di un'unione monetaria di cui la crisi ha messo a nudo le falle strutturali. E Angela Mekel lo sa bene. E infatti lo scorso 23 settembre al Bundestag ha ammonito i suoi deputati ricordando che, al netto delle colpe dei Paese indisciplinati, la responsabilità del crollo della fiducia nell'euro è data da "carenze fondamentali nella costruzione dell'unione economica monetaria".  Il nodo del problema, dunque, è la mancanza di un sistema di vigilanza bancaria e gestione del debito comuni e non solo di una disciplina più severa per i singoli Stati. Secondo Goldman quindi, la Germania dovrà prima o poi arrendersi a questa realtà: il debito di Berlino sta diventando meno solido di prima, proprio perchè sta diventando meno tedesco e più europeo.  

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