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Cassazione, reato far chiamare il fidanzato dal sito scambisti

Aveva fatto inserire il ragazzo in una lista di un sito hot per controllarlo. Condannata, la sentenza è stata confermata dalla Corte

Andrea Tempestini
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Deve rispondere di molestie telefoniche, e per questo viene multato, chi inserisce il cellulare di qualcun altro, magari del partner, su un sito "dedito allo scambio di informazioni di carattere sessuale" (ossia di scambisti) tramite il quale la vittima viene contattata dagli utenti dello stesso portale. Lo ha deciso una sentenza della Cassazione che ha così confermato la colpevolezza di una ragazzi di Forlì, Milena C., che per ripicca nei confronti del suo ex fidanzato, Attilio A., a sua insaputa "aveva inserito il numero di cellulare dell'uomo in un sito internet di annunci a sfondo sessuale, con conseguente ricezione di numerose telefonate di natura molesta da parte di terzi". La difesa di Milena - La ragazza accusata ha sostenuto, senza successo, che le telefonate erano effettuate dagli utenti del sito e che dunque non era corretto infliggere a lei un'ammenda di 100 euro per le molestie telefoniche. Ma la Suprema Corte - con la sentenza 47667 - ha risposto a Milena che il suo comportamento integra proprio il reato in questione in quanto la legge, per punire questo tipo di condotta, "richiede che le molestie ed il disturbo siano arrecati mediante l'utilizzo del telefono: il che è ben ravvisabile in questa vicenda, sebbene nessuna telefonata diretta sia stata effettuata dall'imputata nei confronti della parte offesa". Molestatrice indiretta - In sostanza Milena C., ha continuato la Cassazione, ha dato "un volontario concorso nelle molestie nei confronti di Attilio A., ben potendo la donna essere ritenuta quale autrice mediata di tali molestie telefoniche". Tuttavia la molestatrice indirettà è riuscita a sfuggire alla condanna poiché i fatti risalgono al marzo 2006 e il reato è stato dichiarato prescritto. Tuttavia il tribunale di Forlì, con la sentenza dello scorso 8 gennaio, aveva agito in modo corretto ritenendo Milena colpevole.

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