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Facci: le liberalizzazioni non le farà il governo ma il mercato

Il servizio taxi sostituito da cooperative di limousine e tassisti abusivi. Le famarcie? Ci sarà internet. I saldi? Sono già liberi

Giulio Bucchi
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Anche se non faremo certe liberalizzazioni, certe liberalizzazioni faranno noi. È una regola occidentale, diciamo così: il mercato e le consuetudini rosicchieranno progressivamente ogni servizio inefficiente - checché resista - e quello schifo che è il servizio taxi italiano, per esempio, verrà suffragato da cooperative di limousine e tassisti abusivi e servizi alternativi, roba che in parte c'è già. Le farmacie? Ci sarà internet e le vendite sottobanco. Notai e avvocati e architetti con le tariffe minime? Ci sarà un esercito di professionisti proletari che farà pagare di meno e in nero. I saldi? Sono già liberi, basta non sbatterli in vetrina. La benzina? Se ne consumerà meno e si compreranno auto ecologiche: per forza. E poi chissà che altro. Ogni categoria, dopo aver fatto ogni cosa per tenersi i privilegi e il mercato, vedrà che il mercato calerà lo stesso: solo l'inefficienza rimarrà identica. A questa regola occidentale si affiancherà poi la regola italiana classica: intesa come una nostra fantastica abilità nell'aggirare ogni regola e nel trovare accomodamenti senza pagarne dazio. Qualche governo in puntuale ritardo culturale, infine, sanerà tutte le varie situazioni che nel frattempo in compenso saranno già ricambiate. Accade e accadeva già, come detto. Soprattutto nel Terzo mondo.

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