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Il nuovo fenomeno della Nba? Nerd con gli occhi a mandorla

Jeremy Lin è un sapientone cinese che ha studiato ad Harvard. In una settimana è diventato l'idolo dei tifosi dei New York Knicks

Matteo Legnani
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  Fino a una settimana fa, Jeremy Lin dormiva sul divano in casa di un compagno di squadra e sul parquet del Madison Square Garden, l'arena di pallacanestro più famosa del mondo, aveva messo piede solo durante il riscaldamento pre-partita. Poi, il coach dei New York Knicks Mike D'Antoni (che in Italia è stato per anni il "re" dell'Olimpia Milano), al culmine della disperazione e prossimo al licenziamento per il pessimo andamento della sua squadra, ha pensato di gettarlo nella mischia. E Lin, il cinese ventitreenne di Taiwan arrivato in California poco dopo la nascita al seguito del padre "maniaco" di basket, lo ha ripagato oltre ogni aspettativa: nelle cinque partite Nba disputate con la maglia di New York, i Knicks hanno sempre vinto e Lin ha segnato una media di 25 punti a gara, con un record di 38 nientemeno che contro i mitici Los Angeles Lakers. I newyorkesi, in testa a tutti il supertifoso Spike Lee, sono impazziti per lui e per la sua storia da autentico outsider: Lin, infatti, è tutt'altro che un predestinato, come lo fu Lebron James: dopo il liceo in California, non ha trovato alcuna università con un serio programma di basket disposta ad accoglierlo. Ma siccome era un secchione, Harvard gli ha aperto le posrte, permettendogli di giocare a basket. Una volta laureato, Lin non è stato selezionato al draft da alcuna squadra Nba, pur riuscendo a strappare un contratto col minimo salariale ai Golden State Warriors di San Francisco. In California, durante il 2010-2011, ha giocato un paio di minuti a partita in quello che gli americani chiamano "garbage time", cioè tempo spazzatura, quando il risultato è già deciso. Quest'anno Lin è passato agli Houston Rockets senza praticamente alzarsi dalla panchina, prima di essere preso da New York, che lo ha fatto giocare in una lega minore. Quando però Lin ha cominciato ad ammucchiare punti e assist, D'Antoni ha deciso di metterlo in panchina al suo fianco. Ora la sua maglia (che fino a una settimana fa neppure esisteva), va a ruba negli store dei Knicks e della Nba e gli occhi a mandorla di Lin sono sulle prime pagine di tutti i giornali Usa.  

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