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Alemanno vuole fare il premier dell'alleanza Pdl-Terzo Polo

Il sindaco disposto a lasciare il Campidoglio alla coalizione Udc-Fli-Api se questa si allea con il Popolo delle Libertà

Nicoletta Orlandi Posti
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L'idea di fare il premier non dispiace affatto al sindaco di Roma, Gianni Alemanno. Come un ritornello continua a dire di volersi ricandidare come primo cittadino nella Capitale, ma l'ipotesi che voglia tentare il salto nella politica nazionale è sempre più concreta. Lo conferma l'intervista rilasciata a Repubblica che a molti appare come un'esca lanciata al Terzo Polo. L'idea è quella di cedere la poltrona del Campidoglio a un rappresentante della coalizione Udc-Fli-Api in cambio dell'all'alleanza con il Pdl. "Certo", dice Alemanno, "se loro dovessero decidere di sostenermi come premier a livello nazionale ne possiamo parlare". Del resto, continua il sindaco, "con tutto il rispetto per il   Terzo Polo, a Roma i sondaggi più favorevoli lo danno poco sopra il   10%. Francamente non credo che un partito del 10% possa condizionare   le scelte di chi, come il Pdl, ha più del doppio dei consensi. Anche   perchè noi a gennaio, tre mesi prima delle comunali, faremo le   primarie per il candidato sindaco".  Quanto all'ipotesi di contendere la leadership ad Angelino Alfano alle primarie del Pdl di autunno, Alemanno risponde: "Scappare da Roma non mi sembra il modo migliore per lanciare una sfida nazionale". Alemanno, in attesa che si chiariscano gli equilibri nel centro destra, dice a Repubblica di essere certo di restare al Campidoglio. "Non   credo che sarà il mio ultimo bilancio dal momento che intendo ricandidarmi alla guida del Campidoglio - dice in merito alla manovra in Consiglio comunale. "Detto questo vorrei fare due   considerazioni: le liberalizzazioni volute dal governo Monti sono state votate in Parlamento sia dal Pdl sia dal Pd, quindi non vedo perchè una cosa che si approva a livello nazionale si debba poi affossare a Roma. E poi noi abbiamo la necessità di recuperare 730  milioni di minori entrate, compresi i tagli ai trasferimenti di Stato   e Regione, senza toccare i servizi: perciò siamo stati costretti ad aumentare l'Imu".

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