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Fornero al Parlamento: "Non fate la riforma a polpette"

Premier: "Sento il peso di decisioni non facili, ma indispensabili. Riforma è equa. Elsa: "Non ci saranno stravolgimenti"

Lucia Esposito
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In Kazakisthan è notte fonda e lo è anche in Italia quando Mario Monti, concluso l'incontro con il leader kazako, parla ancora della riforma del lavoro. E' in viaggio verso Seul dove si svolgerà il vertice sulla sicurezza nucleare. Dice: "Sento il peso di decisioni non facili dettate dal fatto che la situazione dell'Italia come si trovava nel momento in cui ci è stata affidata questa responsabilità  era, lo sappiamo tutti, piuttosto grave e abbiamo cercato in questi mesi di essere equi nel distribuire i sacrifici o i contributi delle diverse parti economiche e sociali al risanamento dell'Italia". E ancora: "Quando si tratta di lavoro, di sindacati, di forze sociali, di elemento umano è chiaro che il rispetto per tutti i soggetti coinvolti nella consultazione è grande". Parlamento sovrano Ruolo del Parlamento Monti è andato aventi a parlare con i cronisti. Ha detto: "Ci rendiamo conto delle difficoltà di ciascuno, e ci rendiamo conto che alla fine deve essere il Parlamento a decidere. Ed è responsabilità del governo quella di presentargli una proposta che riteniamo equa e abbastanza incisiva". Ma poi ha sottolineato che è dovere dell'esecutivo "prospettare al Parlamento le ragioni per le quali, pur essendo le Camere sovrane, cercheremo di avere un risultato finale in tempi non troppo lunghi e che sia il più vicino possibile a quanto abbiamo presentato».Fornero sulla difensiva - "Non accetteremo una riforma ridotta in polpette". In un'intervista al quotidiano la Repubblica il ministro del Lavoro Elsa Fornero ribadisce: la riforma del lavoro "potrà anche subire qualche cambiamento, ma chiediamo che il parlamento sovrano ne rispetti l'impianto e i principi basilari". In caso contrario "dovrà assumersi le sua responsabilità e il governo farà le sue valutazioni". E sottolinea: "la linea l'ha tracciata il presidente Monti: le discussioni con le parti sociali si fanno e sono doverose, ma a un certo punto devono finire e il governo deve trarre le sue conclusioni, anche se qualcuno no è d'accordo. Su questo da parte nostra c'è assoluta fermezza". Il provvedimento, insiste Fornero, "è quello e non cambierà fino al suo approdo in Parlamento". E sull'articolo 18 per il ministro "il senso della riforma è chiaro: nei licenziamenti per motivi economici oggettivi è previsto l'istituto dell'indennizzo, e non quello del reintegro. Si possono fare correzioni specifiche ma questo principio-base della legge dovrà essere rispettato". Inoltre, aggiunge il ministro del Welfare, il presidente Monti nella stesura finale del ddl "si è impegnato a evitare ogni forma di abuso in questa materia. Dunque nessuna macelleria sociale. Non distruggiamo i diritti di nessuno" E conclude con un appello alle imprese: "Non abusate della buona flessibilità che la riforma introduce. Sarebbe il modo più irresponsabile di farla fallire"

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