Depressione post ferie: se siete tanto stressati, non partite
Sei milioni e mezzo: questo il numero degli italiani che soffrono di stress da rientro. Quando ogni anno leggo queste cifre in aumento, e quando ogni fine agosto che Dio comanda, mi ritrovo a scoprire le sindromi da troppo riposo, sono psicologicamente pronta a rimandare i vacanzieri di ritorno nel posto dove meriterebbero di tornare. Ma come, sei stato a godere di due settimane al mare o in montagna, servito e riverito, ed ora ti senti spossato e depresso e non ce la fai a riprenderti? Lo stress da rientro non è una vera e propria patologia, ma una improvvisa condizione di disagio, di astenia e malinconia che sopraggiunge dopo il relax delle vacanze, un malessere che colpisce soprattutto coloro che tornano al lavoro dopo una lunga pausa, e che si manifesta con sintomi quali insonnia, ansia, nervosismo, spossatezza, e leggera depressione. Spesso ci si sente incapaci di concentrarsi, fisicamente appesantiti, psicologicamente non pronti, schiacciati dal senso di responsabilità e dai compiti incombenti. Anche solo trovare le bollette da pagare, accumulate nella cassetta della posta, può provocare irritabilità e uno sbalzo d' umore al negativo. L' ultimo studio online in proposito è di «In a bottle» (www.inabottle.it) il quale rivela che il 32% dei nostri connazionali, cioè 1 su 3, al termine della vacanza si scopre più stressato di prima, poiché il ritorno alla routine, le ansie sul lavoro e l' impatto con i colleghi provocano quei traumi che innescano la sindrome da rientro, con tutte le sue manifestazioni. Segue puntuale l' elenco dei rimedi banali e scemi per recuperare la serenità perduta, come bere molto, mangiare bene, dormire più a lungo, farsi docce gelate dopo un' ora di yoga mattutina, non fissarsi sui social più di 30 minuti al giorno, prendersi delle pause e riattivarsi con gradualità, stare alla luce del sole e, udite udite, non dimenticare di respirare, perché al risveglio, quando ci si alza, sostiene lo studio, si respira in modo superficiale e velocemente, cosa che aumenta il senso di preoccupazione, per cui viene consigliato di eseguire esercizi di inspirazione ed espirazione profondi, di fronte ad una finestra aperta, mattina e sera, come fosse una terapia antibiotica per debellare il virus vacanziero che manifesta tenace resistenza. Lo stress, per definizione, è una risposta endocrina attivata dal sistema nervoso centrale una volta che il cervello ha stabilito di trovarsi di fronte ad una situazione appunto stressante, attivando una risposta che provoca tensione muscolare, allerta cerebrale ed accelerazione del battito cardiaco, una condizione che agli albori dell' evoluzione della specie era utile per prepararsi alla fuga o alla lotta per la sopravvivenza. Ma oggi, si cercano rimedi per sopravvivere al trauma delle vacanze, e bisogna consultare gli psicoterapeuti, leggere attentamente e seguire le loro indicazioni, che in queste settimane riempiono intere pagine di quotidiani e riviste, senza trovarne uno che abbia il coraggio e la dignità professionale di dire che lo stress da rientro è una cosa di cui vergognarsi, che non dovrebbe impegnare alcun specialista e nemmeno un mezzo giornalista, perché dovuto a semplice frustrazione, alla consapevolezza di tornare ad una vita noiosa ed insoddisfacente, e che il vero stress è invece quello quotidiano, quello che non conosce vacanze, l' incubo della vita di tutti i giorni, quello di occuparsi delle rotture di scatole onnipresenti, e non quello che insorge dopo averle allontanate e dimenticate per breve periodo. Invece no, siamo costretti a leggere le opinioni di tutti questi scienziati che consigliano di bere acqua minerale con spremuta di limone la mattina, per alcalinizzare il nostro sangue e recuperare i sali persi chissà dove durante l' estate, e quelle dei nutrizionisti che invitano a seguire la "dieta dei biotipi", secondo loro l' unica corretta e bilanciata, che ci rimetterà in forma e magari ci farà perdere anche qualche chilo, un risultato gratificante che ci restituirà sicuramente la perduta fiducia. Tra gli accorgimenti raccomandati non mancano quelli fondamentali, ovvero di non alimentare i sintomi ansiosi con pensieri negativi, e di porsi degli obiettivi per ottimizzare il tempo e sfruttare le opportunità che ci aspettano nei mesi autunnali, perché con le prime foglie che cadranno tutti i vostri sintomi saranno destinati a scomparire, ed il vostro organismo si riabituerà prontamente ai ritmi ed alle responsabilità della vita quotidiana. Quindi lunga convalescenza, dopo diagnosi e terapie straordinarie per quella patologia diffusa e dannatamente impegnativa che vi ha colpito. Inoltre, con mia grande meraviglia, non ho trovato, sui siti e sui media, nessun consiglio medico o scientifico, sugli accorgimenti da seguire, per coloro che le vacanze non le hanno proprio fatte, o non le hanno viste nemmeno in cartolina, perché non considerati stressati, e che quindi si devono ritenere fortunati a non aver provato quel trauma, invece di lamentarsi per non aver avuto le possibilità logistiche ed economiche di andare in ferie o per essere rimasti inchiodati al lavoro, anzi, dovrebbero essere grati alla dea fortuna per non essere stati colpiti da questa terribile sindrome del rientro, pericolosamente contagiosa, molto fastidiosa e difficile da curare. Sulla carta le vacanze sono sempre fantastiche, perché sono un' evasione, perché salvano i matrimoni, rimettono in salute, ridonano splendore alla pelle e svuotano la testa dai pensieri, anche se spesso nella spensieratezza si svuotano anche i portafogli, ma soprattutto le ferie comandate in famiglia rovinano i rapporti extraconiugali, che si interrompono ogni fine luglio tra polemiche e recriminazioni, e che sono i veri motivi di stress che irrompono ed amareggiano gli amanti ogni estate, provocando gelosie ed accuse reciproche. Insomma, non c' è scampo nel mese di agosto per chi va in vacanza, lo stress è assicurato per tutti, ed ha la sua acuzie con l' incubo della sindrome del rientro, perché chi resta a casa aspetta con ansia mista a rancore il ritorno dello stressato, ed ancora prima che lui disfi le valigie del suo viaggio, gli si rivolge malignamente la fatidica domanda: «Adesso dove andiamo in vacanza noi due?». Roba da farsi venire una crisi isterica, o tirare qualche bestemmia, al solo pensiero di ricominciare a stressarsi. Ma se potete restate tranquilli, non fatevi prendere dal panico o da una crisi ipertensiva, perché state invecchiando, l' estate è finita, c' è ancora la crisi, la sveglia suonerà di nuovo all' alba e domani finalmente è lunedì. di Melania Rizzoli