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Milano, dentro la moschea di viale Jenner spunta un cantiere abusivo. Ma il Comune non interviene

Matteo Legnani
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Non si è lasciato sfuggire nemmeno un sorrisino, l'assessore all'Urbanistica Pierfrancesco Maran, mentre ieri pomeriggio in Consiglio comunale replicava al leghista Max Bastoni in merito ai lavori in corso presso il centro islamico di viale Jenner.

Perchè la risposta alla dri (domanda a risposta immediata) dell'esponente leghista è stata di quelle da far sbellicare dalle risate. Ma Maran, nel fornirla, è stato di una compostezza glaciale. Diciassette giorni fa, in occasione di un presidio della Lega davanti alla moschea (abusiva) più famosa d'Italia, Bastoni era riuscito a documentare con alcune foto e un video il cantiere aperto in viale Jenner dagli islamici. E due settimane fa esatte aveva inviato la dri per sapere se di quei lavori il Comune fosse al corrente e se fossero autorizzati. Nonostante l'atto rechi, appunto, la denominazione di "domanda a risposta immediata", gli uffici dell'Urbanistica ci hanno messo due settimane a mettere nelle condizioni di rispondere l'assessore Maran. Il quale ha prima spiegato che «i lavori in corso, riferibili agli infissi, potrebbero essere compatibili con interventi che non necessitano di autorizzazione» e poi aggiunto che «però quelli effettuati sulla pavimentazione potrebbero richiederla».

Quindi, ha continuato dicendo che «la polizia locale procederà a un ulteriore accertamento per verificare l'effettiva entità dei lavori». E concluso riassumendo che «non è stata data dal Comune alcuna autorizzazione a lavori presso l'Istituto islamico di viale Jenner», che servirà «un secondo controllo per accertarsi dell'effettiva natura dei lavori in corso» e che (e questa è la parte più bella) «non è stato possibile appurare l'uso della struttura come moschea in quanto nel corso del sopralluogo della polizia locale non era in corso alcuna preghiera e dunque occorrerà procedere a una verifica nei giorni e negli orari idonei».

Ora, che viale Jenner sia una moschea lo sanno anche i gatti del quartiere. Nel venerdì del presidio della Lega, un piccolo cartello piazzato dagli stessi islamici indicava l'"accesso alla moschea" ai fedeli attraverso l'entrata di via Butti. E il centro di viale Jenner compare nel Piano delle attrezzature religiose (Pra) redatto dalla stessa giunta Sala nel 2018 tra quelle che non avevano i requisiti per essere "sanate". Dove "attrezzature religiose" sta per "luoghi di preghiera" secondo quanto indicato nello stesso Pra. Ovviamente, quando gli è stata ridata la parola per la replica a Maran, Bastoni si è detto «non soddisfatto dalle parole dell'assessore. Mi sembra assurdo e irrispettoso - ha spiegato - che dopo 14 giorni il Comune non sia in grado di spiegare ai milanesi l'entità dei lavori in corso in viale Jenner e la loro liceità. Lo stesso Comune che ci mette un attimo a multare negozianti e ambulanti per il minimo illecito».

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