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Milano grattacielo in fiamme? "Effetto lente", l'ultima pista dietro alla disgrazia: come sono nate le fiamme

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Non un cortocircuito ma il cosiddetto "effetto lente": sarebbe questo il motivo dell'incendio nella Torre dei Moro a Milano. Un rogo di vaste dimensioni che ha costretto alla fuga tutte le famiglie che vivevano all'interno, circa 60. Secondo gli inquirenti, le fiamme si sarebbero propagate da un oggetto di vetro, forse una bottiglia, per via dell'effetto lente. L'oggetto sarebbe stato lasciato sul balcone dell'appartamento al 15esimo piano. E il riflesso del sole potrebbe averlo riscaldato facendo scoppiare il rogo.

 

 

 

L'ipotesi di un cortocircuito, invece, è stata esclusa dal momento che il proprietario dell'abitazione e suo figlio hanno messo a verbale che la corrente elettrica era staccata al momento dell'incendio. Una versione che trova conferma nell'analisi sui consumi. Ecco perché adesso le indagini si stanno concentrando sull'ipotesi dell'effetto lente. Nel frattempo, come riporta TgCom24, alcuni legali hanno depositato le nomine per le "persone offese", ovvero i condomini che vivevano nella Torre. Se verranno disposti accertamenti irripetibili da parte della procura, che potrebbe nominare esperti per le analisi, le persone offese, i legali e i consulenti potranno prendervi parte.

 

 

 

Gli inquirenti, poi, ascolterebbero in un secondo momento anche i responsabili della Moro Real Estate, la società che ha realizzato la Torre, e quelli della Aza Corp, che ha realizzato il rivestimento esterno, quello bruciato in pochi minuti perché fatto di "materiale altamente infiammabile". Secondo i pm, comunque, sarebbero diversi gli elementi che hanno reso la Torre "insicura". 

 

 

 

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