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Beppe Sala, se perfino lui stronca i "compagni"...

Beppe Sala

Alessandro Gonzato
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La superiorità morale della sinistra si è fermata a Bari e Torino, moneta tonante in cambio di voti, c’è un po’ di tutto, corruzione e altro malaffare, queste le accuse. La superiorità dem si era già fermata a Bruxelles, stazione “Qatargate”, valigette traboccanti di soldi per fare gli interessi degli emiri: a Roma, nel quartier generale del Nazareno, erano rimasti tutti zitti. L’unico a esporsi sullo scandalo, da Bruxelles, era stato l’euro-dem Brando Benifei per il quale la socialista Eva Kaili – finita in carcere per sei mesi – al momento delle manette non era già più di sinistra: «Ci sono rumors abbastanza convincenti», così a La7, «che la Kaili stesse passando al centrodestra»; fragorose risate in studio e il deputato forzista Alessandro Cattaneo che lo sbertuccia: «Prendetevi le vostre responsabilità e scendete dal piedistallo, non avete alcuna superiorità morale».

C’è poi la “superiorità morale” dell’intellighenzia progressista, quella che sulla copertina dell’Espresso aveva affiancato i volti di Soumahoro e Salvini, titolo “Uomini e no”, e l’uomo ovviamente non era l’allora ministro dell’Interno. Per l’Espresso erano due poli etici contrapposti, ma dall’etica alla cotica il passo a volte è breve, e chi aveva idolatrato il paladino dei migranti se l’è poi data a gambe dopo le inchieste sulla moglie e la suocera del deputato con gli stivali di gomma sporchi di fango. “Soumahoro chi?”. La superiorità morale della sinistra ferma a tutte le stazioni, come i treni regionali, e l’ultima è quella di Milano, dove il sindaco Giuseppe Sala, rappresentante del progressismo metropolitano, ha invitato i colleghi a scendere dal convoglio. «Da uomo di sinistra», ha detto in un’intervista a Repubblica, «non ritengo che la mia parte politica possa vantare una superiorità morale. In ogni caso», ha aggiunto Sala, «gli elettori non riconoscono da tempo questo presunto primato. Quindi cerchiamo invece di dimostrare che possiamo essere più capaci della destra nel gestire le sfide di un mondo che cambia e che non si può affrontare a colpi di conservatorismo».

 

 

 

Si può invece a colpi di divieti contro gli automobilisti, che Sala a Milano vorrebbe far sparire come i panda. Sennonché la superiorità morale degli intellettuali, che per i progressisti sono tutti di sinistra meglio se arcobaleno, ora viene riproposta dalla Treccani in una nuova edizione della storica voce “Intellettuali”, a cura di Zygmunt Bauman e Bruno Bongiovanni, con un’introduzione del filosofo Emanuele Coccia. Professore all’École des hautes études en sciences sociales” di Parigi, Coccia parla dell’intellettuale del futuro come «una figura dell’amore, schiavo di un Eros capace di rivolgersi a qualsiasi mente»: scrivere libri o articoli, comporre una sinfonia, produrre un film, indagare, passare ore dietro la lente di un microscopio o davanti un computer richiede non semplice razionalità ma soprattutto «un enorme dispendio di desiderio e di amore». Poi Coccia sottolinea: «Le persone che amano, non predicano la giustizia né cercano di mostrarsi moralmente superiori agli altri». A sinistra devono amare poco allora. Compagni anaffettivi.

 

 

 

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