I pompieri smentiscono il Pd: "Il caldo non c'entra nulla sul crollo dell'insegna Generali"

di Massimo Sanvitomercoledì 2 luglio 2025
I pompieri smentiscono il Pd: "Il caldo non c'entra nulla sul crollo dell'insegna Generali"
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E alla fine, com’era ovvio, gli eco-ansiosi hanno dovuto ingoiare l’ennesimo boccone amaro. E chissà quanto gli brucerà lo stomaco, viste le temperature bollenti. Non resta che toccare ferro, pardon acciaio, per evitare altre figuracce. Il giorno dopo la grande paura, con quell’enorme insegna collassata su se stessa a quasi 200 metri di altezza, ci pensano i Vigili del Fuoco a sbugiardare i profeti di sventura green. «Le cause possono essere molteplici, vanno approfondite: non abbiamo mai parlato di temperature elevate», ha sottolineato ieri il comandante ingegnere dei pompieri di Milano, Calogero Turturici, smentendo le tesi allarmistiche che si erano propagate subito dopo il crollo. «È colpa del caldo!». «È colpa dei cambiamenti climatici!». «È un presagio!». Agli ultrà ambientalisti, dalla Boldrini ai Verdi meneghini, non pareva vero di poter alimentare il terrorismo green sfruttando la bufala del caldo killer di edifici che già rimbalzava tra tv e social.

Poi, però, sono arrivati gli esperti (quelli veri) e le sinistre hanno dovuto svegliarsi dal sogno. «Non sembrano ci siano state ripercussioni sul resto della torre. La struttura metallica, dal peso di centinaia di tonnellate, si è sdraiata sulla copertura perché qualche vincolo che la sosteneva è venuto meno. Ne abbiamo messi di nuovi», ha spiegato Turturici. I Vigili del Fuoco hanno provveduto ad ancorare i tiranti della seconda insegna, sull’altra facciata della torre. «Non sappiamo se c’è un rischio concreto, ma è un ulteriore sostegno per puntellare», ha aggiunto il comandante. Non solo. La grande struttura in acciaio è dotata anche di sensori di sicurezza ed è per questo che il nucleo investigativo dei pompieri ha chiesto alla proprietà se nei giorni precedenti il sistema avesse segnalato anomalie. La situazione, intanto, sta rientrando. All’ora di pranzo è stata riaperta la fermata Tre Torri della linea metropolitana “lilla” e in serata è arrivata anche la certificazione di sicurezza necessaria per riaprire, già oggi, la piazza di CityLife e lo stesso grattacielo. Nonostante l’autorevole parere di chi è intervenuto, con numerose squadre, per evitare il peggio e ripristinare la normalità, c’è chi però non demorde e insiste sull’ipotesi caldo.

Come Pierfrancesco Majorino, capogruppo del Pd in Regione Lombardia col sogno di prendere presto il posto di Beppe Sala a Palazzo Marino. «Questa immagine lo testimonia, purtroppo, molto molto bene. Vedremo esattamente quale sia la causa (se il caldo c’entri qualcosa o meno) ma di per sé è un “racconto” sul modello di sviluppo. Bisogna cambiare, e cambiare tanto», ha scritto sui social postando la foto della Torre Hadid. Ed ecco la prima perla: «La crisi climatica non è un delirio da ecopazzi. Dobbiamo scommettere ancora di più su recupero, rigenerazione, sostenibilità. E dobbiamo farlo evitando di cementificare all’impazzata. Abbiamo bisogno di scelte in campo urbanistico e quindi ambientale radicalmente diverse». Eppure il suo partito era in prima fila quando c’era da vantarsi della riqualificazione del quartiere, voluta e studiata da Gabriele e Albertini.

La seconda perla è un attacco al centrodestra: «Le istituzioni non devono voltarsi dall’altra parte, come ad esempio fa Regione Lombardia, vero e proprio laboratorio negazionista sulla crisi climatica. Basti pensare che Fontana e soci sono andati a Bruxelles per dire che sostanzialmente non c’è bisogno di fare nulla e intanto mantengono Lucia Lo Palo (negazionista esplicita) nel suo ruolo di Presidente di Arpa, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente. Cosa c’entri la Regione con un’insegna che si accartoccia sulla cima di un grattacielo privato stentiamo a capirlo, però ci permettiamo di segnalare a Majorino che le scelte urbanistiche sulla città che tanto contesta sono state compiute dalla stessa maggioranza di cui lui ha fatto parte. Quisquilie.
Ieri, intanto, la procura di Milano ha formalmente aperto un fascicolo a carico di ignoti per «crollo colposo» e ha disposto il sequestro del tetto della torre. Sarà inoltre disposta una consulenza tecnica per individuare le cause del cedimento. «Ci sono sempre rischi anche per la compagnia di assicurazione e quando ci sono sempre rischi potenziali è importante essere assicurati molto bene», ha spiegato Philippe Donnet, group ceo di Assicurazioni Generali. 

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