Il "sistema Milano", il Gip: "Dalla giunta una spolverata di edilizia popolare per coprire la speculazione"

di Micaela Fanellidomenica 3 agosto 2025
Il "sistema Milano", il Gip: "Dalla giunta una spolverata di edilizia popolare per coprire la speculazione"
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Giuseppe Marinoni è agli arresti domiciliari da giovedì «però è sereno e determinato a dimostrare di non essere parte di alcun sistema corruttivo». Lo ha affermato il suo legale Eugenio Bono parlando dello stato d’animo del suo assistito, l’ex presidente della Commissione Paesaggio del Comune di Milano, al centro dalla maxi inchiesta della procura milanese sull’urbanistica.

Un’inchiesta che ha portato all’arresto di Marinoni e di altre cinque persone tra architetti e assessori della giunta di Giuseppe Sala, anche lui tra i 74 indagati. Ai domiciliari sono finiti il ceo di Coima Manfredi Catella, l’ex assessore alla rigenerazione urbana Giancarlo Tancredi, l’architetto Alessandro Scandurra e l’ex manager della società di ingegneria J+S Federico Pella. Disposto il carcere, invece, per il patron di Bluestone Andrea Bezziccheri rinviato a giudizio anche nel filone che riguarda le Park Towers di Crescenzago.

Tutti accusati di corruzione e, a vario titolo, di false dichiarazioni e induzione indebita a dare o promettere utilità. Nell’ordinanza del giudice per le indagini preliminari Mattia Fiorentini viene messo nero su bianco il “sistema”, che ruotava attorno all'urbanistica milanese, «così rodato che il presidente della Commissione per il paesaggio» Giuseppe Marinoni «non faceva mistero», come risulta dai messaggi nelle mani della procura, «di aver concordato con l’assessore Tancredi di inserire una “spolverata” di edilizia sociale quale ingrediente per ravvisare un interesse pubblico», puramente «strumentale», nel partenariato pubblico-privato sui “nodi” e sulle porte metropolitane, ovvero sulla rigenerazione delle aree periferiche di accesso a Milano.

Dalla richiesta di misure cautelari dei pm Marina Petruzzella, Mauro Clerici, Paolo Filippini, con l’aggiunta Tiziana Siciliano, secondo il Gip emerge la natura del rapporto corruttivo tra Giuseppe Marinoni e Federico Pella, instauratosi proprio all’indomani della nomina del primo a presidente della commissione per il paesaggio e proseguito per tutti gli anni successivi del suo mandato.

Infatti, scrive il giudice, «subito dopo avere appreso della nomina, Pella contattava Marinoni per congratularsi con lui e preannunciargli un’imminente collaborazione economica con queste parole: “Penso che ci sentiremo presto...”». Una promessa che si concretizzava pochi mesi dopo, il 17 marzo 2022, in un appuntamento che, secondo la procura, ha permesso di impostare i termini di un accordo economico tra l’ex presidente e la società di Federico Pella.

La collaborazione tra Marinoni e la J+S «dava vita a un sodalizio duraturo e lautamente remunerativo, in grado di allungare le mani su alcuni dei maggiori progetti di ristrutturazione e nuova costruzione nella città di Milano». Questo è intuibile in tanti altri messaggi inviati dall’allora presidente, tra questi: «stiamo attuando un PGT ombra... e con alte parcelle». Un sodalizio, possibile con la collaborazione di Giancarlo Tancredi, che avrebbe messo radici proprio grazie alla posizione rivestita da Giuseppe Marinoni che, approfittando del suo ruolo, si presentava ai privati imprenditori come rappresentante dell’amministrazione comunale. E dall’alto della sua posizione poteva rassicurarli che, nonostante la titubanza di alcuni membri degli uffici comunali occorreva essere «fiduciosi» visto che «da vent'anni lo sviluppo urbanistico di Milano veniva deciso dai privati, che dovevano soltanto adottare maggior scaltrezza e conformarsi alle indicazioni provenienti dagli architetti compiacenti». Ma i timori che non permettevano di convincere così facilmente quei membri, «tratti in inganno da Marinoni», erano dovuti, secondo il gip, proprio ai provvedimenti cautelari già emessi nel 2024.

Messaggi, accuse, accordi e promesse, che hanno riempito le oltre 400 pagine dell’ordinanza che giovedì ha provocato l’ennesima scossa di terremoto all’interno di Palazzo Marino e contro la quale i legali degli indagati si preparano a presentare, alcuni lo hanno già fatto, ricorso al tribunale del Riesame.

Nel mirino del Gip è finito il caso del Pirellino, che ha di fatto indebolito l’accusa di induzione indebita nei confronti di Marinoni, Tancredi e Catella dal momento che non sarebbe stata trovata la traccia di un’utilità ricevuta o promessa per l’ex presidente della commissione paesaggio. Un reato per cui erano indagati pure il sindaco Giuseppe Sala e l’archistar Stefano Boeri e dal quale, di conseguenza, sono stati scagionati anche loro.

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