Leoncavallo e la Tari: un conto in sospeso da 800mila euro

Le cartelle partono dal 2010. Gli avvisi recapitati in loco. Ma le mamme antifasciste replicano: bollette mai ricevute, non ci sono soldi per saldare
di Simona Bertuzzi, Alessandro Aspesigiovedì 4 settembre 2025
Leoncavallo e la Tari: un conto in sospeso da 800mila euro

5' di lettura

Mentre la sinistra dei salotti bercia contro il governo Meloni per lo sgombero del Leoncavallo dopo 50 anni di occupazione abusiva, e organizza sfilate all’ombra della Madonnina contro le città dei ricchi, ecco che finalmente arriva la cifra che inchioda l’ex centro sociale alle sue responsabilità. La famosa Tari, ricordate, dovuta al comune di Milano e mai versata negli anni da chi ha occupato un immobile senza averne alcun diritto. Noi di Libero per primi avevamo sollevato la questione nel momento in cui era emerso che i famosi contenziosi con l’amministrazione riguardavano proprio la tassa sui rifiuti. Dettaglio non di poco conto visto che proprio per quelle pendenze (in aggiunta ai 3 miliardi dovuti al Ministero di risarcimento ai Cabassi, proprietari dell’immobile) non possono essere le mamme antifasciste a presentare la manifestazione di interesse perla sede alternativa di via San Dionigi ma dovrà farlo la fondazione Leoncavallo nata nel 2004 e di fatto mai operativa. Ebbene oggi si apprende che la Tari non solo pende come una spada di Damocle sul groppone degli abusivi ma dovrà essere versata per la cifra di 805mila euro e rotti a Palazzo Marino. Il dato si evince dalla risposta dell’assessorato al Bilancio (datata 3 settembre 2025) a un’interrogazione del 19 marzo scorso del consigliere della lega Samuele Piscina avente per oggetto “I Mancati introiti per tributi non pagati relativi allo stabile di via Watteau”.

In essa si precisa che l’unità immobiliare in questione è proprietà della società Orologio Srl dal 1992 e che questi ultimi hanno regolarmente versato il dovuto relativo all’Imu negli anni (compresi gli avvisi di accertamento ricevuti nel 2011, 2012, 2013 e 2021). Ben diverso il discorso Tari. «Per quanto attiene alla tassa Tari/Tarsu», si legge nel documento fornito da Piscina «l’associazione mamme del Leoncavallo Onlus che occupa l’immobile situato in via Watteau 7 risulta destinataria di 5 avvisi di accertamento per omessa dichiarazione, relativamente agli anni di imposta 2010, 2011, 2012, 2013, 2014 tutti notificati in data 4/12/215 e non pagati. Anche per gli anni successivi- scrive il Comune- l’associazione non ha adempito al pagamento di quanto dovuto per la medesima tassa». Di qui il computo che vedete riportato nella tabella 

TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2010-2011–2012 residuo € 261.945,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2013 residuo € 109.893,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2014 residuo € 103.263,23; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2015 residuo € 45.014,88; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2016 residuo € 41.903,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2017 residuo € 41.983,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2018 residuo € 41.962,00. TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2019 residuo € 42.152,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2020 residuo € 26.609,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2021 residuo € 14.109,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2022 residuo € 25.457,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2023 residuo € 25.727,00; TASSA RIFIUTI ANNO DI IMPOSTA 2024 residuo € 25.508,00.

1602x831

Sommando il tutto, fanno i famosi 805mila euro e rotti che dicevamo. Su cui il comune- attraverso l’assessorato al bilancio - non pare intenzionato a chiudere un occhio. E la conferma è messa nero su bianco: «Relativamente a tali partite insolute», scrivono gli uffici, «le procedure coattive in parte sono già in atto e in parte sono in fase di avvio e prosecuzione; rispetto alle procedure coattive la controparte ha presentato ricorso presso la corte di giustizia tributaria di primo grado di Milano». Insomma i cari leoncavallini devono versare il dovuto. E non basterà un corteo di amici della sinistra a mandare all’aria la questione. Anche se le mamme antifasciste mettono già le mani avanti. Marina Boer, presidentessa dell’associazione mamme del Leoncavallo, infatti a Libero ha spiegato che non sa ancora quanto dovrà versare per le rate Tari, ma certamente, qualsiasi sia la cifra, non potrà farlo di tasca sua. «Sono una pensionata e vivo con 700 euro al mese, non potrò saldare questo debito per tutto il resto della mia vita». Tutti i debiti - spiega Boer - sono addebitati a lei, e «mi sento angosciata all’idea di avere un tale peso sulle spalle... Al momento c’è un confronto in corso tra i nostri legali e il comune, solo quando tutto sarà chiarito potrò sapere la cifra precisa». Secondo la presidentessa alcune cartelle della Tari non sono mai arrivate e quindi bisognerà capire se vanno pagate o no. «Non so perché non ci siano state inviate» spiega Boer »per saperlo bisogna chiedere a Palazzo Marino». Domanda superflua vista la risposta dell’assessorato. Soprattutto, chi avrebbe presentato i ricorsi se le cartelle non sono arrivate? Sicuramente chi non intende mollare sulla questione è Samuele Piscina che per primo ha sollevato il problema. «Ho fatto richiesta di quei dati il 19 marzo. E mi arriva risposta 5 mesi dopo tant’è che ho dovuto informare il prefetto. Già questo è un segnale - spiega Piscina - Poi c’è il fatto che usano una fondazione per presentare la manifestazione di interesse al bando per San Dionigi come se si volesse ripulire l’immagine del centro sociale. È una procedura inaudita e uno schiaffo ai cittadini onesti e agli altri soggetti che vorrebbero partecipare al bando e sanno già che si tratta di un documento costruito su misura dei Leoncavallini. Noi abbiamo già pronto l’esposto, aspettiamo solo che esca il bando per procedere. Le linee guida però sono già eloquenti ed evidenziano che è stato creato a favore degli occupanti di via Watteau scoraggiando qualsiasi associazione dal partecipare. La legalità non è un valore barattabile, lotteremo affinché sia ripristinata». Piscina attacca anche Sala e Anpi: «le parole odierne di Sala (ndr, ieri) sono la chiara ammissione della natura violenta dei frequentatori del Leoncavallo. Mentre da una parte favorisce gli antagonisti con un bando su misura per lo stabile di San Dionigi, dall’altra lancia appelli nella speranza che sabato non devastino la città, addirittura fuggendo all'estero». Quanto all’associazione Partigiani che ha aderito alla manifestazione, dice Piscina «venerdì sera il presidente Minelli ha usato parole da anni di piombo contro il Governo. Se la sinistra che amministra il Comune e l'Anpi cittadina si posizionano contro la legalità, i milanesi ne trarranno le doverose conseguenze». Sulla Tari però non transige. «Prima del covid il Leoncavallo dichiarava un attivo di 500mila euro l’anno pagando i dipendenti e non versando un euro di tasse. $ qualcosa che i cittadini onesti non possono più accettare. Sappiamo quante tasse deve pagare chi fa attività ludica di ristorazione o ha un semplice locale. Assurdo che chi non ha pagato mai le tasse abbia una corsia preferenziale».