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Facci punge Berlusconi e Feltri

Nicoletta Orlandi Posti
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È da tutta la vita che noi libertari di centrodestra becchiamo sportellate, insulti, derisioni, battute da caserma (o da Publitalia) soltanto perché siamo favorevoli a una legislazione sui gay come semplicemente c'è in tutta Europa: senza sentire il bisogno di passare, in mezz'ora, da una sostanziale omofobia culturale direttamente a un'iscrizione all'Arcigay. Poi ti alzi un mattino - domenica scorsa - e scopri folgorazioni maturate dopo i settanta, un rapido colpo di spugna su vent'anni di battaglie anti-gay e pro-Vaticano: battaglie politiche e giornalistiche. Che dire? Benvenuti, meglio tardi che eccetera. Però, ecco: si resta comunque un po' attoniti di fronte a idee e principi trattati un po' così, come una merce di cui rifornirsi secondo stagione, tipo che ieri tifavo Milan e oggi Inter, ieri vendevo pere e oggi finocchi: si potrebbe osservare, se non suonasse pedante, che certe convinzioni dovrebbero imperniarsi su principi ed esperienze consolidate, roba che alcuni, magari, hanno maturato sin da giovani. Scusate se cerchiamo il pelo nell'uovo, ma a questo punto c'è davvero da rivalutare certi bacchettoni baciapile a la Giovanardi o a la Gasparri: non condivido le loro idee, ma almeno ne hanno una. Mentre resta l'impressione che a cambiare repentinamente idea, spesso, in Italia, sia chi non ne abbia nessuna. Ps: entro giovedì si attendono importanti comunicazioni di Gaetano Quagliariello sulla marijuana libera. di Filippo Facci

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