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Immigrati, Filippo Facci: "Con Matteo Salvini meno morti nel Mediterraneo"

Cristina Agostini
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I morti nel Mediterraneo sono calati, forse la notizia dovrebbe essere anche questa: invece l'Oim, l'organizzazione mondiale per le migrazioni (agenzia collegata all'Onu con sede a Ginevra) ieri ha strillato che nei primi dieci mesi del 2018 ci sono stati 1.987 morti, e, tra moltissimi altri dati forniti nel loro report, si è praticamente dimenticata il raffronto più elementare, quello che permette di intravedere il calo o la crescita di un fenomeno che non si può certo azzerare da un giorno all'altro. Se quest' anno i morti nel Mediterraneo sono stati 1.987 in dieci mesi, infatti, l' anno scorso sono stati 3.033 in undici mesi: vero che allora conteggiarono un mese in più, ma la differenza pare più che sensibile. A dirla tutta, nell' ancor più ristretto gennaio-luglio 2016, i morti furono 5.413; nel gennaio-settembre 2015, furono 3.785; mentre nel gennaio-settembre 2014, i morti sono stati 3.283. Leggi anche: Le coop dei migranti? Paura, Salvini gli ha tagliato i fondi COS'È SUCCESSO? - I dati - reperibili su internet - sono della stessa Organizzazione mondiale per le migrazioni, anche se ieri non sono stati riportati. Significa che non abbiamo mai avuto così «pochi» morti negli ultimi cinque anni e significa che qualcosa perciò è successo. Che cosa? In attesa di capirlo, l'Oim e tutti le fonti che hanno ripreso la notizia (un copia/incolla) informano che l' emergenza dei flussi si è spostata verso la Spagna dove nel solo mese di ottobre sono sbarcati in 10mila, segnando il record degli ultimi cinque anni. In altri numeri, a fine ottobre gli sbarchi via mare in Europa sono stati 97.857 di cui il 48% (47.433) appunto in Spagna. «Il Mediterraneo», si legge nel report, «rimane la rotta più letale per i migranti, con i due terzi dei decessi nelle acque tra il Nord Africa e la Sicilia». Ma ci sono altri dati interessanti. Uno è che il mese con più arrivi in assoluto è stato registrato nell' ottobre 2015: qualcosa come 211.663 migranti o rifugiati arrivarono via mare in Grecia: per quel mese fecero una media di quasi 7.000 al giorno. Un altro dato è che non esiste solo il Mediterraneo: nei primi dieci mesi del 2018 i migranti scomparsi sulle rotte migratorie di tutto il mondo sono state 3.122, non solo 1.987 come nel mare nostrum. L'ALTRO DATO - L' altro dato interessante, che forse meritava maggior menzione, è che nei citati primi dieci mesi di quest' anno, in Italia, si sono registrati 22.027 arrivi che sono un nettissimo calo rispetto agli 111.244 dello stesso periodo dell' anno scorso. Questo significa almeno due cose. La prima è che, se meno ne muoiono e meno ne arrivano, significa pure che meno ne partono: il che, per i migranti, resta sicuramente il miglior modo di portare a casa - anzi, lasciare a casa - la pelle. Lo confermano i numeri, come visto: impedire le partenze dei barconi - i quali restano un grande affare per dei criminali e un fattore destabilizzante per tutti gli altri - significa in primo luogo salvare delle vite. La seconda cosa è che la politica sull' immigrazione intrapresa da questo governo a suo modo funziona, perché sta portando a meno immigrati irregolari e a meno morti. Funzionano i respingimenti, funziona rifiutare lo sbarco sulle coste italiane della navi delle Ong (come la famosa Aquarius, che trasportava 632 migranti raccolti dai barconi), funziona lasciare che siano solo navi della Marina Militare italiana a sbarcare migranti nei porti della Penisola. E funziona, il tutto, nonostante le reazioni contrastanti provenienti da tutta Europa. di Filippo Facci

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