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Vittorio Feltri: Juventus e Lazio: perché nel calcio ormai, trionfano i cafoni

Cristina Agostini
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La vita, in tutti i settori, riserva fatti sorprendenti e inspiegabili. Non solo a livello politico ed economico, bensì anche sportivo. Per esempio l' allontanamento di Allegri dalla panchina della Juventus, avvenuto per motivi misteriosi, che nessuno ha avuto l' onestà di spiegare. Io non sono un gobbo e le vicende dei bianconeri non mi turbano il sonno. In quanto italiano mi è dispiaciuta l' esclusione della gloriosa squadra dalla massima competizione europea. Ma non ho pensato di suicidarmi. Sono più stupito di un' altra eliminazione, quella dell' allenatore più bravo in circolazione: cinque scudetti conquistati in cinque anni. Un primato difficilmente eguagliabile. Suppongo che Allegri non sia un caso umano: con quel che ha incassato nel lustro sarà in grado di campare alla grande anche senza lo stipendio di Agnelli. Non è questo il punto. Rimane da capire il perché di una rimozione avvenuta qualche giorno dopo il trionfo in campionato. È un licenziamento esteticamente ripugnante. Spero sia stato Allegri a togliersi spontaneamente dai piedi e non la società ad aver provocato la sua dipartita. Un episodio comunque sgradevole e indegno di un club normalmente signorile. Transeat. La mancanza di stile sta avendo il sopravvento pure nel calcio. Anche la Lazio, guidata con maestria da Lotito, si è comportata recentemente male, da autentica burina. Mi riferisco alla finale di Coppa Italia, vinta dai capitolini in modo vomitevole. Leggi anche: Addio Allegri? La battuta di Agnelli su Ambra Angiolini in diretta: imbarazzo, ecco la faccia del mister Ma questo è niente. Sullo 0 a 0 l' Atalanta ha subito un torto sesquipedale: un giocatore biancazzurro in piena area orobica ha colpito volontariamente la palla con la mano sinistra deviandola sul palo, quando era destinata a finire in rete. L' arbitro intontito non se ne è avveduto e può capitare. Peccato che neanche i signorini del Var abbiano percepito l' orrendo e macroscopico fallo. Quindi i bergamaschi sono stati privati di un gol. Ma il vero problema è che i laziali sono stati graziati due volte, poiché l' atleta autore dello smanacciamento truffaldino, già ammonito, sarebbe stato espulso automaticamente. Il corso della gara avrebbe assunto ben altro indirizzo, e questo lo capisce anche uno convinto che il pallone sia un prisma. Lotito, che stimo, nei commenti post match ha mandato affanculo (testuale) l' allenatore atalantino, il quale aveva fatto notare l' ingiustizia. Una cafonata imperdonabile ai danni di una vittima va segnalata e condannata. La Lazio ha vinto la Coppa però non se ne può vantare, semmai deve vergognarsene. di Vittorio Feltri

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