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Vittorio Feltri censurato e silenziato per la battuta su Zingaretti: "Non sono di sinistra, funziona così"

Giulio Bucchi
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Ormai i social dominano sul web e dobbiamo prenderne atto. La nuova comunicazione corre su internet con crescente forza. Ma ciò è noto e forse non valeva neppure la pena di rammentarlo. Piuttosto vorrei raccontare ai lettori un fatto curioso che mi ha visto protagonista. Alcuni giorni fa scrissi un tweet scherzoso. Il seguente: «Zingaretti dice che Salvini deve smettere con la grappa, e io consiglio invece al segretario Pd di sbronzarsi con la cicuta». Tale frase è stata non solo censurata, mi è valsa la sospensione temporanea dal social in questione. Motivo? Si tratterebbe di una minaccia o qualcosa del genere. Cosicché è stata cancellata. Circostanza di cui non me ne frega nulla. Però merita una chiosa.  Leggi anche: "Bravo Papa Francesco, perché non devi chiedere scusa per la rompiballe" Salvini viene coperto di improperi cento volte al dì e nessuno protesta, io dico a Zingaretti, che dà dell'ubriacone al Matteo lombardo, di bere la cicuta (che non esiste più dai tempi di Socrate) e vengo silenziato. Segnalo per sovrammercato che la mia trascurabile persona è quotidianamente oggetto di contumelie, la più tenera delle quali è che devo morire perché sono ubriaco, nonostante ciò non è mai scattato un provvedimento finalizzato a moderare i termini. Come mai due pesi e due misure nel valutare l'offensività dei tweet? La spiegazione è semplice: se le parole indiavolate (si fa per dire) colpiscono uno come me che di sinistra non è, va tutto bene madama la marchesa, se viceversa accarezzano la gobba di un progressista protetto dal conformismo nazionale, allora sono vietate. Incredibile ma vero. Il nostro Paese non finisce mai di stupire. di Vittorio Feltri

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