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Vittorio Feltri contro il governo: "Abbiamo fatto entrare tutti, anche il coronavirus"

Giulio Bucchi
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Continuano gli sbarchi al grido di accogliamo tutti. Peccato che abbiamo spalancato le porte anche al virus sottovalutandone per giorni e giorni la gravità. Coloro che avvertivano il pericolo di una epidemia e raccomandavano la chiusura delle scuole nonché severi controlli per evitare il dilagare dell' infezione sono stati a lungo sbeffeggiati quasi fossero degli uccelli del malaugurio, mentre avevano ragione da vendere. Milano e altre città del Nord ieri erano semideserte, la gente trema e si difende come può, ascolta i consigli dei cosiddetti esperti sperando di cavarsela. Il governo è intervenuto in ritardo e intanto il morbo ha colpito in breve ben oltre 150 persone e minaccia di colpirne molte altre.  Leggi anche: "Conte sfiderà il virus ma sarà sconfitto. La Caporetto è vicina" I pessimisti affermano che gli infettati raggiungeranno presto quota 500. Gli ottimisti gettano acqua sul fuoco e sostengono che le vittime non sono poi in punto di morte. Sta di fatto però che il 20 per cento di esse si trova in terapia intensiva, ciò significa che tanto bene gli attaccati non stanno. In pratica l' Italia, dopo aver agito al rallentatore, ora è affetta da paralisi "progressista", ogni attività si è fermata ed è giusto, tuttavia non bisogna dimenticare che gli interventi restrittivi sono stati tardivi. Non è un caso che il nostro Paese in Europa sia il più infestato. Dopo di che rispettiamo le idee di tutti, pure quelle degli stolti (la maggioranza rumorosa), meno quella di Carlo Calenda, specialista in contraddizioni. Il quale accusa Libero di aver peccato in cialtronaggine (lui che è il re dei cialtroni, tanto che non ha mai combinato nulla di buono) avendo pubblicato questo titolo: "Prove tecniche di strage". Sormontato da un occhiello in cui si rimproverava al governo di aver nicchiato agevolando in tal modo il propagarsi del Corona. Parole che riflettono la realtà, purtroppo, e non possono essere censurate. Viceversa l' ex ministro, pur dicendo di essere liberale e di non aver mai querelato un giornalista, sprona l' esecutivo a tapparci la bocca secondo i costumi delle dittature sudamericane, caricature di quelle comuniste. Calenda non è il solo a pronunciare bestialità. Romano (Pd), per esempio, ci taccia di alimentare l' industria della paura. Ridicolo. Il terrore semmai è fomentato dal virus inizialmente snobbato dal BisConte dormiente e incapace. Si dà il caso che il popolo Lombardo e quello Veneto non escano più neanche di casa non certo suggestionati da Libero, bensì perché atterriti da una malattia inadeguatamente affrontata dalla politica cara ai Calenda e ai Romano. A costoro auguriamo di non essere contagiati, però li invitiamo a non declamare cazzate da lazzaroni professionali.  di Vittorio Feltri

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