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Che beffa per Barbablù: il posto di senatore a vita glielo fregherà Pannella

Eugenio Scalfari

Il radicale verso una nomina condivisa dopo la morte di Rita Levi Montalcini. Niente da fare (ancora una volta) per il fondatore di Repubblica

Andrea Tempestini
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di Marco Capizzi Con la recente scomparsa di Rita Levi Montalcini si è riaperta la questione dei senatori a vita. Infatti, ad avere questa carica sono rimasti Giulio Andreotti, Emilio Colombo, Carlo Azeglio Ciampi e Mario Monti. Proprio ieri è giunta al presidente Napolitano una lettera firmata da Fausto Bertinotti nella quale si chiede di nominare come nuovo senatore a vita Marco Pannella. La lettera dell'ex presidente della Camera ha ricordato che dopo la morte del premio Nobel si è creato un vuoto al Senato che la nomina del leader radicale con la sua «grande passione civile» potrebbe colmare. Il motivo per cui Napolitano dovrebbe scegliere Pannella è molto chiaro e il subcomandante Fausto lo esplicita così: «Da tempo Pannella mette in gioco il proprio corpo per salvare, con la vita delle persone in carcere, l'onore della Repubblica. Sarebbe di cattivo gusto parlare della vita di questo cittadino della Repubblica, Lei la conosce bene. Piuttosto vorrei rispettosamente chiederLe di fare quello che Ella può per concorrere, con la Sua autorità, all'impresa in cui Pannella è impegnato per salvare l'onore della Repubblica».  Non è la prima volta che il leader radicale viene proposto come senatore a vita: già nel 2002, si era creato un comitato apposito. La proposta di Bertinotti, comunque, è stata ben accolta negli ambienti politici, anche quelli meno vicino alle posizioni radicali. Il presidente dei Verdi, Angelo Bonelli, si è unito alla richiesta dell'ex leader di Rifondazione comunista con un tweet. Inoltre alcuni esponenti del Pd, anche dell'ala cattolica come Beppe Fioroni, hanno appoggiato l'iniziativa. La palla passa dunque a Napolitano, che dovrà decidere se e quando nominare il «suo» secondo senatore a vita (nel 2011 esercitò l'opzione con un certo Mario Monti). Di sicuro il presidente della Repubblica dovrà soprassedere in fretta sulle parole rivolte da Pannella (che su questa questione non ha ancora parlato) dopo il discorso dell'ultimo dell'anno («Il presidente della Repubblica è il primo ad ignorare e a ferire quanto la nostra Costituzione ci detta»). Infine, nel caso Napolitano ascoltasse Bertinotti, potrebbe offendere qualche altro personaggio di spicco che spera di raggiungere quella carica. Non è un mistero lo storico rapporto di consuetudine tra Napolitano ed Eugenio Scalfari. Il «Fondatore» aveva difeso dalle colonne di Repubblica il presidente sulla questione della trattativa Stato-Mafia e ha frequentemente condiviso la sua linea, realizzando anche una recente e clamorosa intervista con lui. Tanto che i maligni attribuiscono al giornalista ambizioni da senatore a vita. Qualora Napolitano scegliesse davvero Pannella, per Scalfari potrebbe essere una delusione non da poco.

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