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Quirinale, terremoto a Repubblica: De Benedetti contro Mauro

L'ingegnere non condivide la linea pro-Zagrebelsky del direttore. E durante una cena lo chiama al telefono, intimandogli di virare verso la Bonino, Amato e persino Prodi. Ma mai il costituzionalista

Sebastiano Solano
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di Sebastiano Solano La sinistra rischia di uscire con le ossa rotte dalla battaglia per il Quirinale. Noti i problemi del Pd, diviso come non mai sulla questione, il terremoto potrebbe dirigersi verso il braccio mediatico del Pd, direzione Largo Forchetti. Oggi, giovedì 11 aprile, Dagospia racconta di una telefonata di fuoco tra l'editore de La Repubblica, Carlo De Benedetti e il direttore del quotidiano Ezio Mauro.  Si fa il nome di Zagrebelsky - La location è un ristorante dove la tessera numero 2 del Pd avrebbe attovagliato una decina di personaggi illustri per sentire la loro opinione sul prossimo presidente della Repubblica. Ad un certo punto, si racconta, tra una portata e l'altra sarebbe spuntato il nome di Gustavo Zagrebelsky, il costituzionalista, penna di Repubblica, dato tra i candidati al Colle. Al solo sentir pronunciare il suo nome, però, De Benedetti, stizzito, sarebbe sobbalzato dalla sedia, estratto il cellulare e chiamato il direttore Mauro, tra lo stupore generale dei commensali.  La furia dell'Ingegnere - Il contenuto della telefonata, riportano, è stato se possibile ancora più incandescente: "Zagrebelsky può anche sapere tutto di diritto, ma è rigido, non è un politico ed è troppo sabaudo!". Mauro, che di Zagrebesky è notoriamente uno dei maggiori estimatori, avrebbe provato ad esporre le sue convinzioni, nel tentativo di sedare la furia dell'Ingegnere. Invano. De Benedetti, adirato, avrebbe intimato: "Piuttosto è meglio votare la Bonino, Amato e al limite anche lo stesso Prodi!". Chiudendo il cellulare. Una chiara, esplicita, chiamata alle armi, un invito, nemmeno tanto implicito, ad abbandonare ogni velleità sulla candidatura del costituzionalista al Quirinale.  Ora Mauro rischia la poltrona - Questione chiusa? Manco per sogno. Ieri, sulla prima pagina del quotidiano, è apparso una lunga filippica di Zagrebelsky sulla felicità del pensiero. Una rivendicazione dell'autonomia editoriale di cui Mauro si è sempre vantato, una vendetta, servita calda, contro le pulsioni, considerate fin troppo decisoniste, dell'Ingegnere. Che, si vocifera, non l'ha presa proprio bene. Ezio Mauro è avvisato.

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