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La Bindi: non siamo complici di Berlusconi

Sabato l'assemblea per la scelta del nuovo segretario Pd: "Nessuna pacificazione col Berlusconismo, larghe intese provvisorie"

Matteo Legnani
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Nomi non ne fa. E come potrebbe? Nel Pd che è come un cerino, l'effetto sarebbe quello di bruciarlo all'istante. Ma, a meno di 48 ore dall'Assemblea che sabato sceglierà il "segretario traghettatore", quello che porterà i democratici al congresso d'autunno, l'ex presidente piddina Rosy Bindi dalle colonne de La Stampa manda due avvertimenti ai suoi: stop alla rottamazione e nessuna complicità con Berlusconi. "Abbiamo ceduto alla tesi che che innovare vuol dire 'tutti a casa', 'tutti da rottamare'. Continuare su quella strada può produrre altri danni" dice, bastonando indirettamente Matteo Renzi. Poi "frena" sulle larghe intese: è giusto, spiega, che noi si sostenga questo governo, ma "il nuovo segretario dovrà rendere chiara ai nostri iscritti l'eccezionalità della scelta compiuta. Vent'anni di storia non si cancellano così, una pacificazione col berlusconismo non può esserci, perchè rischiamo di apparire complici di Berlusconi".

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