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Celentano: "Mi hanno censurato"

Il cantante su "Fatto Quotidiano" parla di Venezia e degli inchini delle navi in San Marco. Poi denuncia: "C'è chi non mi ha voluto pubblicare"

Ignazio Stagno
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Adriano Celentano torna a farsi sentire. Questa volta lo fa dalle colonne del Fatto Quotidiano. Il "Molleggiato" è un fiume in piena. Con un sermone sconfinato ci catechizza con il suo stile pessimista e "criticone". Se la prende con Luca Zaia e con il sindaco di Venezia perché non fanno nulla per evitare gli inchini delle navi davanti a piazza San Marco. Poi parla del Ponte dei Sospiri mortificato dai cartelloni pubblicitari, e prendendo spunto da Venezia, Celentano attacca come sempre la classe politica, indossando i panni del perfetto grillino: "Sono le pietre di Venezia le più arrabbiate. Queste 'creature' smussate da una bellezza antica apparentemente sono ferme e silenziose, ma a guardarle più da vicino si percepisce un lamento che viene da lontano: l'odio che esse sprigionano contro questa classe politica. E non solo questa, ma tutte quelle che si sono succedute dalla fine della guerra in poi".  Critica al governo - Dopo arriva l'affondo contro il governo e i suoi ministri: "Cari Lupi e Orlando, se per caso non siete in grado di fermare questo sacrilegio umanitario, ditelo a qualcuno che vi aiuti prima che il governo cada, perché quelli che verranno dopo di voi potrebbero essere peggio di voi. Fatelo presto, altrimenti il governo inciamperà molto prima di quanto voi pensiate. Le plateali gesta condotte dalla Carnival Sunshine Corporation nella Laguna di Venezia non sono altro che le prove generali di un imminente disastro che potrebbe abbattersi sulla città più bella del mondo". Ma a quanto pare il "tema Venezia" non è proprio in cima alla lista di problemi che mettono con le spalle al muro il Paese. Non è certo un inchino in meno di una nave davanti a San Marco a far crescere il Pil di casa nostra. Così per questo sfogo in salsa veneziana Celentano non ha trovato porte aperte nelle redazioni.  "Censura!" - A quanto pare qualcuno ha risposto  picche a Celentano. Il "Molleggiato" ha trovato ospitalità solo sul giornale dell'amico Travaglio, e conclude con un'accusa grave: "Mi hanno censurato" e punta il dito contro un misterioso direttore di giornale che avrebbe rifiutato la pubblicazione dell'appello di Celentano. "Qualcuno si domanderà come dovrebbe essere la nuova classe politica. Io lo so e sarebbe anche facile da spiegare, ma non sono in grado di competere contro l'omertà di coloro che per non perdere il posto, come ad esempio quello di “direttore di un giornale”, ti censurano spudoratamente. Mentre invece sarebbe ora di cominciare a perderlo, il posto. Altrimenti, come ho scritto in un sms mandato all'interessato: “Fino a quando ci saranno persone come te a guidare posti di comando come può essere quello di un giornale, che per sua natura impone il nobile compito di informare e non di censurare come fai tu, l'Italia non cambierà mai", scrive il "Molleggiato". Ma non fa il nome del censore. Di solito i sermoni "celentaneschi" appaiono o su Repubblica o sul Corsera. Il messaggio era forse per Mauro o De Bortoli? (I.S.)

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