Ischia, Vittorio Sgarbi: "Solo due morti? Paradossalmente dovremmo gioire. La lezione di 140 anni fa non è servita"
Non usa giri di parole e non si risparmia, Vittorio Sgarbi, all'indomani del territorio ad Ischia, "una catastrofe che dovrebbe costringerci una volta per tutte alla riflessione su ciò che non si è mai riusciti a salvare, sulla mancanza di prevenzione e, non da ultimo, sulle mancate ricostruzioni che vedono lo Stato latitante e colpevole". In un'intervista a Il Giornale, il critico d'arte è un fiume in piena: "Quando parlo di prevenzione, mi riferisco essenzialmente a come si è costruito dal dopoguerra in poi e come si continua a costruire oggi in molte parti del Paese". Su abusivismo e condoni, Sgarbi rimarca che "lo Stato ha le sue responsabilità e i partiti ancora oggi continuano con le ipocrisie. Basta guardare la posizione di Cinque Stelle che in Sicilia blocca le demolizioni parlando di abusivismo della povera gente". E ancora, ricorda come "il caso di Ischia mi pare a dir poco emblematico. Proprio Casamicciola e Lacco Ameno, 140 anni fa, furono teatro di ben sei terremoti uno dei quali causò quasi 3mila vittime nella popolazione. Paradossalmente - continua - dovremmo quasi gioire se ieri le vittime sono state soltanto due. Ma purtroppo dobbiamo ringraziare il cielo che la scossa sia stata soltanto una e neppure di altissima intensità". Insomma, è andata bene? "Direi proprio di sì, visto che la lezione di 140 anni fa non è servita a nulla".