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Giuliano Ferrara a sorpresa: "Noi ridiamo per la Merkel, ma gli italiani sono peggio dei tedeschi"

Benedetta Vitetta
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Se i mercati finanziari tremano di fronte a una possibile crisi tedesca, "in Italia invece ci sbellichiamo. Altro che lezioni morali su debito pubblico e governabilità, ma quanto sono latini questi tedeschi. Bisognerà dar loro una mano perché non sanno badare a sé stessi?" scrive oggi Giuliano Ferrara sul Foglio. Ma per l'ex direttore "c'è però una differenza a ben vedere tra due stili di conduzione politica delle cose, tra due sistemi e strutturazioni di partiti e di classi dirigenti" come a dire che l'Italia sta messa molto peggio della Germania.  Ferrara è tranchant nella descrizione del nostro modo di far politica: "La futura Giamaica Renzi-Berlusconi o Grillo-Salvini-D'Alema-Bersani si giocherà su definizioni come zombie, insulti da trivio veramente fantastici, su streaming con un elegante 'esci dal tuo blog' scambiato con un 'e tu vaffanculo', canti di vittoria anche se si sia perso, smisurate ambizioni tipo cambiare l'Italia, attacchi ai traditori, cosa sia di destra e di sinistra, Europa kaputt e viva l'Europa, affondiamo i barconi, accogliamo tutti, ius soli e poi eutanasia per tutti, ma con tasse basse e spese alte, da destra e da sinistra, e un ministero per la vecchiaia e misure per il mantenimento delle canuzze di casa, soldi per pensioni, per dentiere, salari per casalinghe, sciopero generale della Camusso, due quasi lauree ad Austerlitz per Aledibattista, tutte cose che non ci sono ma s'inventano". E il confronto con il modo di pensare, lavorare e far politica dei tedeschi è quasi imbarazzante: "In Germania popolari di due specie, verdi, liberali hanno discusso per cinque settimane di energia, tipo carbone, tipo nucleare, di lavoro, orari, mini-job, di investimenti, finanza, fiscalità, tecnologia, automazione, agricoltura, trasporti e infrastrutture, scuola, politica estera, Europa, immigrazione, il passato e il futuro dei ricongiungimenti, quanti, come, quando, le cifre al millimetro dei sì e dei no, le quote, capitolo per capitolo, Land per Land. Hanno preso appunti su quadernini a quadretti, si sono segnati i problemi da ogni diverso punto di vista, se li sono scambiati, ne hanno discusso a casa, i famosi compiti a casa, li hanno poi esaminati in comune, trattative lunghe, meticolose, piene di umile acribia, poi hanno deciso che non c'era da aver fiducia gli uni negli altri, fiducia duratura, e che come ha detto il liberale Lindner "meglio non governare che governare male". Ferrara conclude l'articolo con una chiosa straordinaria quanto drammatica: "da loro è andato per adesso tutto a puttane, ma dov'è la festa? La festa è qui, il bordello è qui, tra i pavoni".

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