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Ponte Morandi, lo strazio di Oliviero Toscani dopo la strage di Genova: "Dovevo essere lì, poi..."

Gino Coala
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Il personaggio gradasso e provocatore che è stata la cifra di Oliviero Toscani si è spento davanti alla tragedia del ponte Morandi di Genova. Come riporta il Corriere della sera, il fotografo che ha legato la sua immagine ai Benetton, concessionari anche di quel tratto autostradale sgretolatosi addosso a oltre 38 vittime, ha la voce bassa, dimessa: "Non ho niente da dire, non ho niente da dire". Leggi anche: Ponte Morandi, la rabbia contro i Benetton e Toscani: "Taci? E la maglietta rossa per Genova?" Difficile però anche per Toscani nascondere il dolore per una tragedia così grande, anche se sembra più addolorato per gli attacchi ai Benetton e alla sua persona che per la vittime: "Sono dispiaciuto. Soprattutto per il destino e l'ingiustizia. Sì, il destino e l'ingiustizia. E per tutte le bugie che la gente racconta". Secondo Toscani gli attacchi ai Benetton sono stati eccessivi: "Come se uno volesse speculare sulla vita degli altri. Ma se loro sono persone serissime. Sì, sono sempre seri, hanno sempre fatto le cose al massimo... e lo dico io che ci ho lavorato insieme". Toscani diventa più serio quando svela che in fondo anche lui è uno scampato al disastro: "Ho rischiato di essere lì. Martedì mattina stavo proprio andando in Francia in moto con mio figlio e per fortuna - dice tirando un sospiro - per fortuna, mentre stavo partendo da casa mi ha chiamato un tecnico del mio service, che doveva raggiungermi a casa. E mi ha detto: sono in ritardo. Ho voluto aspettarlo...". Partito più tardi quindi, è stato raggiunto da una chiamata: "Ero a Ferrara: 'Oliviero guarda che è crollato tutto'. Ed era la strada che dovevo fare. Ha capito cosa c'era? È stata una disgrazia, una disgrazia...".

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