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Irina Osipova, l'italo-russa della foto con Salvini: "Chi è Savoini e cosa voleva fare davvero a Mosca"

Giulio Bucchi
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Nella spy story della Lega e i finanziamenti russi non poteva mancare una donna, giovane, bella, bionda e "misterios". È Irina Osipova, italo-russa, già candidata al consiglio comunale di Roma con Fratelli d'Italia nel 2016, che nel dicembre 2014 si unì come interprete alla comitiva leghista a Mosca che comprendeva Matteo Salvini, Gianluca Savoini e Claudio D'Amico. Il primo oggi è vicepremier, il terzo è suo consigliere a Palazzo Chigi e il Savo è l'uomo sotto indagine.   Leggi anche: "Il grande vecchio non molla". Limonov, mistero russo: euro-trappola per Salvini "Ricordo che Salvini e Savoini parlavano in modo cordiale, senza dubbio si conoscevano", spiega la Osipova al Corriere della Sera. Il Savo "sicuramente ha avuto il potere di farmi fare quella foto con loro", ma la loro amicizia è finita dopo poco. "Con lui ho rotto nel maggio 2015, dopo un'intervista a ilBarbadillo.it. Ci rimase male perché nell'intervista in cui parlavo di Salvini non lo avevo citato, non avevo detto che era lui ad agevolare i viaggi di Salvini a Mosca. Mi parve un personalismo fuori luogo. Penso che prendersela perché non sei citato in un'intervista vuol dire che non sei così importante. Una persona che conta, non se la prende". D'altronde, rivela Irina, "Savoini non parla russo e sa sì e no due parole d'inglese. Di sicuro con la sua associazione Lombardia-Russia voleva realizzare scambi commerciali, culturali, insomma fare qualche soldino, a parte gli ideali filorussi. Mi ricordo che voleva portare a Mosca dei produttori d'olio d'oliva: altro che petrolio, lui voleva vendere l'olio ma dopo tante chiacchiere non riuscì nemmeno in quello".

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