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Gianluca Savoini, a Mosca partecipava agli eventi in qualità di presidente dell'associazione Lombardia-Russa

Caterina Spinelli
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L'inchiesta di Buzzfeed sui presunti finanziamenti russi alla Lega fa acqua da tutte le parti: Gianluca Savoini non fa parte formalmente "dello staff di Salvini" ma ha sempre partecipato alle iniziative - soprattutto a Mosca - in qualità di presidente dell'associazione Lombardia-Russa. "Savoini non era nella delegazione ufficiale del ministro dell'Interno partita dall'Italia. Idem il 17 e 18 ottobre 2018", date della successiva visita in Russia. Anche al foro di dialogo Italo-russo del 4 luglio 2019, svoltosi presso la Sala Conferenze Internazionali della Farnesina, Savoini c'era, ma era accreditato - scrive Il Giornale - come "Associazione culturale Lombardia-Russa" e non in qualità di collaboratore di Matteo Salvini. Ma Buzzfeed non è nuovo a marciare su false "indagini", basta ricordare il dossier sul Russiagate americano.  Leggi anche: Lega, Repubblica si accanisce anche con l'elettricista sui presunti fondi russi A quanto pare non basta neppure la testimonianza dell'altro italiano presente al Metropol di Mosca, là dove si sarebbe "svolta una presunta trattativa attorno ai 65 milioni di dollari di un affare petrolifero". L'avvocato Gianluca Meranda ha ribadito, in una lettera a Repubblica, che nell'incontro si parlava di "compravendite internazionali" e di "oil products", e che "nonostante gli sforzi delle parti", la trattativa non si perfezionò. Ma proprio il quotidiano di Verdelli si accanisce sulla questione. In questi giorni infatti sulle pagine di Repubblica si è sempre parlato di questo "audio" che testimonierebbe la trattativa. Peccato però che di questa prova ci sia solo una trascrizione e per di più proprio di Buzzfeed.  Leggi anche: Di Maio terrorizzato: "Se vince la Lega...". Il timore delle elezioni Su Twitter, Alberto Nardelli, il giornalista che ha confezionato l'inchiesta per il giornale americano, ha pubblicato un estratto audio di 1 minuto e 38 attribuito a Savoini, che non dice assolutamente nulla di rilevante, se non un'opinione politica, ribadita anche in pubblico. Il dubbio che questo file non esista, non può che sorgere. A prendere le parti di Salvini ci ha pensato anche L'Inkiesta: "In mancanza di prove concrete e non di sole parole, pare una cosa alla Totò e Peppino".

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