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Clemente Mimun, la confessione intima del direttore del Tg5: "Di cosa mi ha privato l'ictus"

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Davide Locano
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Si racconta a cuore aperto, senza filtri, Clemente Mimun. Il direttore del Tg5 si sbottona in una lunga intervista a Il Giornale in cui parla non solo della sua carriera, ma anche della malattia. Dell'ictus che lo ha colpito il 24 giugno del 2011. Si dice ancora furente perché la parte sinistra del corpo non funziona più come prima: "È ovvio che se penso al mio amico Lamberto Sposini dovrei sentirmi fortunato, ma io resto furibondo per lui. E per me". Però, prosegue, "la testa mi funziona ancora come prima, mi consente di lavorare e questa è la cosa più importante". Primo giornalista italiano ad aver diretto nella sua carriera quattro differenti telegiornali (Tg2, Tg1, Rai Parlamento e dunque il Tg5), spiega di non prendere in considerazione l'ipotesi di lavorare un po' meno: "Figuriamoci. Al mio risveglio dall'ictus ho chiamato l'azienda per chiedere di essere sostituito alla direzione del Tg. Come risposta mi è stato spedito un computer per fare le riunioni via skype... Io ho il culto del lavoro - rimarca Mimun -, è la mia passione, non ne posso fare a meno. Alla mattina mi alzo contento perché so che andrò a lavorare. Faccio così da quando avevo 17 anni, mi piaceva da redattore, inviato, direttore", conclude. Leggi anche: Tg5, la strepitosa gaffe di Cesara Buonamici

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