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Annalisa Chirico a Mosca da Vladimir Putin: "Non è un barbaro, perché va aiutato"

Davide Locano
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Che ci fa a Mosca Annalisa Chirico? La giornalista del Foglio è sbarcata nella capitale russa in occasione della conferenza stampa annuale del presidente Putin. «È la mia prima volta: come recita un proverbio di queste parti, "meglio una volta vedere che cento volte sentir dire"». Putin, di solito, tiene un discorso fiume, anche quest' anno oltre quattro ore. È rimasto insuperato il record del 2008: quattro ore e quaranta minuti. Leggi anche: "Imbarazzanti su Conte": Annalisa Chirico contro i "giornaloni" «Nelle parole del presidente, ho apprezzato il riferimento al patriottismo che non è sovranismo o altre formule oscure. La patria è il luogo dove riposano le ossa dei padri. E poi il presidente ha ribadito la volontà di firmare un nuovo accordo con gli Stati Uniti per la riduzione delle armi nucleari visto che il New Start del 2010 è in scadenza». La Chirico ha trascorso una mattinata con il presidente della commissione esteri della Duma, Slutsky. Poi ho incontrato il vicepresidente dello stesso Parlamento russo, che si chiama Tolstoy, e infatti è discendente del celebre scrittore. «Ho due giorni fitti di incontri istituzionali: se mi avanza tempo, vorrei fare un salto al caffé Pushkin. E al lago dei cigni, quello che ispirò Tchaikovsky». E un salto al famigerato hotel Metropol no? A Milano si dice che siano in arrivo sviluppi sull' inchiesta. «Non commento gli spifferi di procura» taglia corto la presidente di "Fino a prova contraria". «I magistrati devono poter lavorare con la necessaria serenità, senza strumentalizzazioni. Salvini a ogni buon conto non mi sembra preoccupato dal dossier russo». Ma ora pure lei guarda a Oriente, come il leader leghista? «Il mio filoatlantismo è fuori discussione: l' America è la mia patria ideale, politica e morale. Prima di partire, ci abbiamo riso su con il senatore Salvini perché a parole siamo tutti per la società aperta, per la cooperazione e il dialogo in un mondo multipolare e interdipendente; poi però, se metti il naso fuori dal cortile per conoscere e costruire ponti, diventi un presunto apostata. L' Italia sta con gli Stati Uniti e sta con la Nato, io adoro il disordine razionale di società libere dove diventa presidente un uomo di colore o un tycoon ex conduttore di reality show». SANTA RUSSIA 2.0 La Russia invece è un posto ultra ordinato. È diverso dall' Italia ma ha molto in comune con noi, e lo avverti camminando per strada. «Il patrono venerato dagli ortodossi si chiama San Nicola di Bari», nota Annalisia che di nascita è pugliese di Cisternino. «Ho visitato la cattedrale di Cristo Salvatore che all' inizio degli anni Trenta fu fatta esplodere per farne, fino all' epoca di Eltsin, la piscina dei moscoviti; fu poi ricostruita, come molte chiese e intere cittadelle conventuali, rase al suolo, con il tritolo, dal regime sovietico. Per creare l' uomo nuovo, l' ideologia comunista imponeva, insieme ai gulag, la desertificazione religiosa. Oggi invece, tra le cupole a cipolla delle chiese e le torri del Cremlino, si respira una riscossa spirituale, la Russia è un caso unico nella cristianità dove le richieste di entrare nei seminari, sia maschili che femminili, superano le disponibilità. C' è il desiderio di coltivare la tradizione, le radici, una identità collettiva». IL PUTINISMO La Russia però non sembra un modello di democrazia. «È un regime fondato su Putin il cui unico successore si chiama Putin. A lui i libri di storia riconosceranno il merito di aver guidato il processo di transizione di una società che per oltre settant' anni è stata tenuta ermeticamente chiusa all' esterno. Certi processi storici non sono istantanei né lineari. Sarebbe però sbagliato considerare la Russia un posto barbaro, come vorrebbe un certo pregiudizio liberal, o addirittura isolare un grande paese che fa parte dell' Europa. La Russia è Europa, e sarebbe un errore fatale lasciarla all' abbraccio con la Cina. L'immagine di Olga Misik che a Mosca, davanti alla polizia in tenuta anti sommossa, declama l' art 29 della Costituzione russa del '93, sulla libertà di pensiero, testimonia dei progressi avvenuti in Russia. Bisogna proseguire nella direzione di una apertura via via maggiore». Che fare? «Sembrerà retorico ma il modello deve essere Pratica di mare, il più grande successo di Silvio Berlusconi», conclude la Chirico. «Qualche segno di distensione da parte russa c' è: il presidente Trump è stato invitato mesi fa a partecipare alle celebrazioni a maggio del Giorno della vittoria: sarebbe il terzo presidente ad assistere alla parata nella Piazza rossa, dopo Clinton e Bush». di Angelo Zinetti

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