Coronavirus, Franco Bechis contro Nicola Zingaretti: positivo? Il cattivo esempio della Casta
Sabato si è scoperto paziente n. 1 della politica: Nicola Zingaretti, segretario del Pd e governatore del Lazio. Ha il coronavirus, anche se al momento ha sintomi lievi. Gli auguriamo , scrive Franco Bechis sul Tempo di lunedì 9 marzo, ovviamente di superare il prima possibile la malattia senza sofferenze particolari. Ma non possiamo non notare che quando ad essere colpita è stato un cittadino molto speciale, non è scattato nulla di paragonabile a quello che avvenne a Codogno. I suoi collaboratori, chi lavorava con lui al partito democratico, i suoi assessori in Regione Lazio, tutte le persone che lo hanno incontrato nelle ultime due settimane non sono state affatto inseguite e controllate.
Ognuno ha fatto secondo la sua coscienza. Così all' interno della segreteria del Pd si sono auto -isolati Andrea Orlando e Anna Ascani, perché hanno ritenuto di farlo. Qualcun alto pochi - lo hanno seguito, annunciando cose un po' strampalate (tipo «qualche giorno sto a casa»). Nel suo staff qualcuno sarà stato controllato, ma non sappiamo bene. In Regione era meno necessario forse perché da quelle parti Zingaretti era ormai un personaggio centrale delle puntate della trasmissione Rai, «Chi l' ha visto?». Dallo staff di Zingaretti nelle ore successive all' annuncio si è detto che sarebbero stati controllati solo gli incontri avuti per più di mezz' ora a distanza ravvicinata nelle ultime 48 ore dal segretario del Pd. Cosa questa che non ha alcun fondamento scientifico, Poche ore prima dell' annuncio della sua malattia Zingaretti ha tenuto una conferenza stampa proprio sul coronavi rus. Al suo fianco in alcuni momenti anche a meno di un metro di distanza c' era l' assessore alla Sanità della Regione, Alessio D' Amato che ha visto più volte nelle ultime settimane. L' assessore sabato mattina ha annunciato di avere fatto il tampone e di essere risultato negativo, quindi ha continuato la sua vita normale partecipando a una raffica di riunioni. Nemmeno in coscienza ha sentito il dovere di porsi in auto -isolamento ripetendo il tampone a distanza di qualche giorno ed evitando ogni contatto con gli altri come è invece richiesto (e in molti casi imposto) ai cittadini normali. D' Amato ha la responsabilità delle direttive sanitarie sulla Regione Lazio, e quindi avreb.