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Massimo Boldi, sospetto sulla quarantena e Giuseppe Conte: "Mi puzza di imbroglio. Con questo governo debole..."

Alessandra Menzani
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Boldi, com' è l' umore in quarantena?
«Così così».

Con chi passa l' isolamento?
«Sono a casa a Milano 3 con mia figlia Marta e la governante. Le altre mie figlie sono vicine, ci separa un giardinetto. Ci vediamo. La Pasqua però ognuno a casa propria, abbiamo mangiato con il computer davanti e Skype».


Sua figlia cucina bene, almeno questo.
«Fa piatti milanesi, il risotto... Abbiamo mangiato l' agnello di Dio che toglie i peccati nel mondo. Ne abbiamo fatti molti, di peccati».


Tipo?
«Ritengo questo coronavirus un castigo di Dio. Un po' esagerato...».

Più colpa di Dio o del governo?
«Il virus è arrivato ora che abbiamo un governo debole, che fa quello che si può: ossia nulla».

Quali errori gli contesta?
«Non sono un politico, ma raccolgo pensieri di amici medici, psicologi: il nostro è un governo fatto da dilettanti non votati. Solo i 5 stelle sono stati votati, gli altri si sono aggregati. Fossi stato in Conte, davanti a una situazione così, avrei lasciato. Sarei andato dal presidente Mattarella e gli avrei detto: "Abdico". E forse avrebbero sostituito qualche ministro con personaggi più d' esperienza».

Per esempio?
«Ministro e vice della salute: sono inesperti».

Cosa pensa della gestione in Lombardia?
«Sono amico di Fontana, siamo entrambi di Varese: ha fatto tanto e gli danno contro. Mi ha scritto: "Dai che stiamo vedendo la luce"».

Lei è pronto per la Fase 2?
«Mah. Vado sempre in giro con la mascherina: a fare la spesa, a lavare la macchina. Milano 3 è un' oasi felice. Da un mese non vado in Duomo, in Corso Matteotti, in centro».


E neppure a Lucca dalla sua nuova fidanzata Irene, 40 anni.
«Già. Un mese fa, anzi di più, abbiamo fatto l' ultimo week end insieme e le ho detto: "Non ci vedremo più, sento odore d' imbroglio". Meno male ci sono i telefoni».

Perché imbroglio?
«Sono dalla parte di Vittorio Sgarbi e Red Ronnie. È un virus, può uccidere come le altre malattie. Ma è diventato una pandemia perché l' hanno fatta diventare pandemia».

E perché?
«Esempio: da due mesi non ci sono automobili in giro. Il clima e l' inquinamento ne giovano. Se uno guarda l' Italia ai raggi X vede che è pulita. È stato organizzato tutto per dare 20/30 anni in più al pianeta».

E da chi?
«Sono i grandi segreti politici, robe da 007».

Massimo, lei è uno dei grandi maestri della risata. Oggi si può ancora ridere?
«Si deve».

Ma a Natale i cinepanettoni ci saranno?
«Non credo. Uno dovevo farlo io, con il mio gruppo e con la nuova bomba sexy Taylor Mega. E poi Enzo Salvi e Wanda Nara. Ora sto studiando per il nuovo film di Pupi Avati Lei mi parla ancora sulla storia d' amore tra il padre e la madre di Sgarbi. Un film straordinario».


Tra l' altro, anni fa, la critica scrisse che la sua migliore prova d' attore fu proprio per un film con Avati, Festival.
«Confermo. Adesso sono un po' più... maturo. Avremmo dovuto già finire il film, doveva essere pronto per Venezia. Parlavo con il mio amico De Laurentiis. Aveva in uscita la commedia di Verdone ma nulla.
"Non so cosa fare", mi ha detto».

Con quali colleghi si sente?
«Teocoli, De Sica, Jerry Calà».


Il settore cinematografico e teatrale non vede la luce.
«Io ho avuto un' idea: per non stare appiccicati, riapriamo i cinema Drive In. I film direttamente in tv? A mali estremi, estremi rimedi. Ormai con Netflix è già un fatto».

Cosa chiedete voi attori?
«Aiuti. La politica dovrebbe aiutare l' arte e lo spettacolo, se non va a finire come la sanità: dove sono finiti i soldi? La nostra professione è fatta di pubblico, oggi puoi solo fare la tv. L' altra sera c' era in replica Celentano all' Arena: 100mila persone, oggi come fai? Avevo preso i biglietti Paul McCartney a Lucca: tutto saltato».

Ha avuto paura di morire?
«Sì. Ho 74 anni, anche se ne dimostro sessanta, sto bene e trombo».


Non in questo momento!
«Ora no, sono casto».

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