"Il rischio è minimo, il coronavirus è morto". Ne è convinto Vittorio Sgarbi, che in una lunga intervista a Byuoblu punta il dito contro il governo di Giuseppe Conte: "Il rischio che ci hanno prospettato non esiste per le persone sane, e dunque siamo stati ingannati". Il tema è quello del lockdown di 2 mesi, dello "state chiusi in casa" e delle libertà personali soppresse in nome della sicurezza nazionale. L'emergenza ormai è diventata "un fatto mentale", spiega Sgarbi, una gabbia da cui gli italiani per primi non hanno il coraggio di uscire. "Bastava la distanza fisica, non serviva l'isolamento, perché nessuno di noi era in pericolo", è la tesi (estrema) di Sgarbi. "Il vero contagio è stato aver messo in testa l'ipotesi mortale, per cui due sono le strade: o rischio o mi proteggo nel modo più radicale, chiudendosi in casa. Il tema della morte è stato usato come una ipnosi".
Vittorio Sgarbi a Quarta Repubblica: "Cimiteri chiusi e messe vietate, atto criminale da Stato di polizia"
"Bisogna smetterla di diffondere la paura, ma bisogna diffondere la speranza". Vittorio Sgarbi, in collegament...Il critico e parlamentare invita poi gli spettatori a firmare l’appello al presidente Sergio Mattarella per porre termine alla violazione di tutti i diritti della persone, sulla scorta dei giudizi critici di intellettuali come il Nobel per la letteratura Mario Vargas Llosa, il giurista Sabino Cassese e Michelle Bachelet, Alto Commissario delle Nazioni Unite. Dietro il "modello cinese" adottato dall'Italia, c'è un pericolo ancora più subdolo di quello sanitario.