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Franco Bechis su Giuseppe Conte: "Di poderoso c'è soltanto il bluff", il decreto è pieno di errori e scritto con i piedi

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Giuseppe Conte aveva definito “poderoso” il piano di interventi da 400 miliardi, ma finora alle imprese italiane è stata concessa liquidità per 6,4 miliardi, e di questi solo 1,9 sono garantiti totalmente dallo Stato (l’1,6%). Siccome i soldi servivano subito, per Franco Bechis è evidente che di “poderoso” c’è solo il bluff del premier. Il quale ha fallito alla grande nel presentare le sue ricette economiche che tali purtroppo non erano. Il direttore de Il Tempo prova a spiegare a Conte perché quel decreto liquidità non sta funzionando: “Si è dimenticato di sospendere se non di abrogare tutte le norme pre-esistenti sul credito bancario, a cui le banche devono attenersi per non finire nei guai anche per concedere quei mini finanziamenti da 25mila euro. Non è dunque questione di mancanza di cuore dei banchieri, come ha detto in modo strampalato e assai confuso Conte, ma di un errore compiuto dal suo governo”.

 

 

La seconda ragione per cui la cura non sta funzionando e le imprese, e quindi i lavoratori, stanno rischiando di saltare è “l’incredibile girandola burocratica delle norme varate”. Bechis cita un aspetto che ritiene grottesco: “Per i finanziamenti privi della garanzia totale dello Stato le banche devono per forza fare le loro lunghe istruttorie sul merito di credito e pretendere documentazione copiosa come le garanzie scoperte. Terminata l’istruttoria già abbastanza lunga così - spiega il direttore de Il Tempo - trasferiscono la documentazione alla Sace che ricomincia tutto da capo. Non c’era alcuna ragione pratica di farlo, se non il riaffermare il potere che il M5S ha sulla Sace”.

Il consiglio al governo è di lasciarsi presto alle spalle questo decreto-bluff e lavorare a quello di maggio, che non avrà bisogno di 700 pagine ma di pochi articoli per sanare gli errori del dl sui prestiti. Inoltre Bechis ha una richiesta “tecnica”: possibilmente le prossime norme vanno scritte con le mani, e non con i piedi. “Una delle tante perle del governo Conte è che, oltre ad avere pessimi ministri - è il commento di Bechis - ha anche il peggio della pubblica amministrazione a collaborare con lui sulla stesura delle leggi. È tradizione italiana che siano scritte spesso male, ma così male come sta accadendo proprio in queste settimane delicate non sono mai state scritte”. 

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