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Luca Palamara, la confessione: "Dietro ogni nomina c'è una cena". Così funziona la giustizia italiana?

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Luca Palamara, dopo essere stato espulso dall'Associazione nazionale dei magistrati, snocciola giorno dopo giorno delle confessioni. "Dietro ogni nomina ci sono cene, discussioni, accordi tra correnti - spiega l'ex membro del Csm all'Huffingtonpost -. Questo deve essere chiaro: non si muove foglia che corrente non voglia". Non solo dunque la cena all'Hotel Champagne che ha visto la presenza di due esponenti politici dal calibro di Cosimo Ferri (Italia Viva) e Luca Lotti (Pd). "Nelle nomine il ruolo preponderante lo hanno i magistrati, anzi, le correnti - prosegue -. Ma la politica vuole contare. I laici al Csm vogliono contare. E, lo ricordo, questi ultimi sono eletti dal Parlamento. Dalla politica. Non dimentichiamo che gli ultimi vicepresidenti del Csm sono stati dei politici". Come dire: la politica ha mani in pasta ovunque, anche nella giustizia.

 

 

"Quando ero presidente dell’Anm - ha ribadito - ho incontrato tanti esponenti politici. Ritenevo di dover parlare con tutti". E alla domanda se la politica ha mai avuto la meglio, Palamara non lascia spazio a dubbi: "Io sfido chiunque a censire una a una le nomine fatte quando ero consigliere del Csm (2014-2018) e a vedere se ho mai anteposto l’interesse personale o soddisfatto le pretese della politica. Su questo non temo nessun giudizio del pubblic anzi sono io che lo chiedo Voglio che sia chiaro: il politico chiede, ma sa che la magistratura è dominata dai rapporti di forza tra le correnti". 

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