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Coronavirus, Andrea Crisanti suona l'allarme: "Focolai in autunno, perché saranno peggiori". Zangrillo nel mirino?

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"Siamo all'ultimo momento giusto". Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell'Università-azienda ospedale di Padova, lancia un chiaro messaggio al governo. Nel mirino i nuovi casi di coronavirus, tutti di importazione, tanto che la Regione Lazio si è trovata costretta a predisporre test e tamponi per chi torna dall'estero. L'Italia per l'esperto non si può permettere un altro picco di contagi e così l'unica soluzione sarebbe quella di "dotare le frontiere della possibilità di accesso al codice di prenotazione che permette di identificare il tragitto". Il problema, oltre ai casi di importazione, sono i nuovi focolai che pare non preoccupino Crisanti: "Sono normali. Già ad inizio di aprile avevo detto che l'epidemia sarà costellata da tanti focolai e che bisogna avere la capacità di isolarli e controllarli. A questo punto aggiungo che probabilmente a ottobre-novembre saranno sicuramente più frequenti e di dimensioni maggiori". Lungi però dal festeggiare perché tra i focolai e la seconda ondata il basso è breve, "tutto dipende da noi, dalla tempestività con la quale vengono identificati e sulle procedure che verranno applicate".

 

 

La posizione di Crisanti è diametralmente opposto a quella di Alberto Zangrillo: "Sicuramente il virus circola ancora - tuona allontanando l'ipotesi che la pandemia è ormai estinta -, e a un certo punto si confonde tutto. Dire che il virus è clinicamente morto: non si è mai sentito dal punto di vista scientifico". Ma mai dire mai, "per ora siamo fortunati, stiamo ancora beneficiando del lockdown e di condizioni climatiche favorevoli, e ancora molte persone stanno attente. Il sistema in questo momento è sotto test lieve e sta rispondendo abbastanza bene. Ma cosa sappiamo di quello che succederà tra un mese o due?". 

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