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Francesca Pascale e l'amico intimo Dandolo: "Ecco la lettera che non ha mai avuto il coraggio di spedire a Marina Berlusconi"

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Dopo la paparazzata killer in barca con Paola Turci (topless e bacio molto intimo), la lettera mai spedita a Marina Berlusconi. Per Francesca Pascale è in arrivo un'altra bomba. La sgancia Alberto Dandolo, piccantissimo reporter di gossip di Oggi (che ha pubblicato le foto) e di Dagospia, assai addentro al mondo LGBT di cui la Pascale farebbe parte. "Il mio rapporto con Francesca Pascale è partito a suon di verbali delle forze dell'ordine e carte bollate - ricorda -. Anni or sono la allora primadonna di Arcore mi querelò per diffamazione poiché scrissi, proprio su questo disgraziato sito, di una sua furibonda lite con una ex assistente di Berlusconi, tal Alessia Ardesi, avvenuta in un supermercato brianzolo. Querela ritirata pochi giorni dopo a seguito di un nostro indimenticabile, divertentissimo incontro". L'ex lady Berlusconi e Dandolo, entrambi napoletani, si incontrarono e da quel momento "è nato un rapporto assai profondo pur nella sue instabilità e intermittenze". Diventato quasi un suo consigliere, ne rivela il lato segreto ("Con il sottoscritto e con il resto del mondo Francesca nel privato non ha mai nascosto le sue inclinazioni sessuali") ma soprattutto regala ai lettori di Dago un succoso retroscena. "Francesca amava profondamente anche la famiglia del suo compagno. Era in realtà accettata da tutti, fino a qualche tempo fa anche da Marina. Ecco, Marina... la vera spina nel cuore della Pascale. Negli ultimi tempi, forse anche a causa di troppe persone poco chiare che le circondavano, il loro rapporto era naufragato in un assordante silenzio". La Pascale, scrive Dandolo, "ci piangeva, si disperava. Non riusciva a farsene una ragione della fine del loro legame. Mi chiese, esattamente un anno fa, di correggerle una lettera indirizzata a Marina in occasione del suo compleanno. Una missiva che non spedii mai, forse non per sua volontà. Credo che sia giusto che Marina la legga ora. Perché quelle parole uscivano dal cuore di Francesca.

 

 

 

"Cara Marina - recitava quella lettera vergata dal duo Pascale-Dandolo -, le parole hanno un peso e sono "cose", sono macigni che hanno il potere di deviare, a volte, il corso degli eventi e il flusso degli affetti. E' per questa ragione che oggi ho preferito scriverti. In virtù del rispetto che in ogni singola parola ho il dovere di infondere. Ti voglio bene. Questo lo sai già. Marina, il bene vero e' la cosa più semplice e insieme complessa che esista. Volere bene è un impulso del cuore. Ma è di quello stesso cuore anche una scelta. E la mia stima e il mio sentimento d'affetto per te e' istinto e ragione. Non potrei non amarti. Non amare chi con me e come me ama e amerà per sempre lo stesso uomo. Un uomo che per entrambe è un faro. Un riferimento insostituibile. Un padre. Un compagno. Un consigliere. Una guida. Un amore vero. Mi manchi.  Mi manca la verità del nostro affetto sincero. Ti chiedo perdono se ti ho ferito o deluso. Sappi però  che sono sempre stata in buona fede. A volte è complesso assai rispettare ruoli, aspettative, giudizi, rimbrotti. A volte si sbaglia. Per leggerezza, inesperienza o consigli pretestuosi. Ti chiedo dal profondo del mio cuore e della mia pancia di dare al nostro affetto una seconda possibilità. Ti imploro di non ascoltare voci che, forse, per interesse o smania di potere hanno come unico obiettivo quello di separarci e di metterci l'una contro l'altra. AUGURI Marina. Che sia un giorno di gioia. E che per noi sia l'inizio di un percorso senza filtri, senza terzi, senza parole lasciate macerare nel buco nero del "non detto". Con tutta la stima e la voglia di riabbracciarti. Nuovamente. Con tutta la forza che ho. Con l'amore di sempre. Buon compleanno. Ti voglio bene. Francesca".

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