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Enrico Mentana e le discoteche chiuse: "Il governo punisce i giovani che dovranno pagare miliardi di debiti"

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Enrico Mentana partecipa alla discussione sulla nuova stretta varata dal governo, che ha deciso di chiudere le discoteche e di istituire l’obbligo della mascherina anche all’aperto in una determinata fascia oraria (18-6). L’intento è chiaro: ridurre al minimo i rischi di contagio offerti dalla movida serale e notturna, ma di certo il coronavirus non corre nelle discoteche. O almeno non soltanto, visto che le situazioni più critiche sono legate ai centri di accoglienza ed ai ritorni degli italiani dalle vacanze all’estero. “Ai giovani è stato imposto da un giorno all’altro di non andare più al liceo o all’università e di restare a casa - è la riflessione di Mentana - finito il lockdown si è permesso loro di uscire, ma solo distanziati. Riaperti i locali, è subito partita la crociata contro la movida. Riaperte le discoteche, si è scoperto che là dentro si balla. Quindi chiusura, anche se sui treni regionali si sta molto più accalcati. Nel frattempo molti di loro hanno perso il lavoro precario, e hanno visto allontanarsi ancora di più la speranza di una occupazione stabile. Una sola certezza è stata data ai giovani: saranno loro a dover pagare quei centocinquanta miliardi di debito contratti in questi mesi dallo Stato italiano, tra applausi e commenti pieni di orgoglio. A spese loro”. 

 

 

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