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Paolo Bonolis, il retroscena sulla zia proclamata venerabile da Bergoglio: "Serve un miracolo?", parole pesantissime

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Il difficile rapporto tra Paolo Bonolis, Dio e la fede passa anche da Adele Bonolis, sorella di suo nonno Carlo, zia del celebre conduttore Mediaset di Avanti un altro e Ciao Darwin. La donna è stata proclamata Venerabile da Papa Francesco il 21 gennaio e oggi è al centro di una causa di Beatificazione e Canonizzazione. Intervistato dal settimanale Oggi, Bonolis, solitamente molto attento a preservare la propria intimità, che custodisce gelosamente nonostante la grande visibilità mediatica a cui è esposto da almeno 30 anni, parla di zia Adele senza nascondersi: "Serve un miracolo? Come un coniglio bianco che salti fuori all'improvviso? E allora auguro alla zia di farlo. Per me, il miracolo è nelle sue opere". Parole di affetto, che lasciano intravedere cosa pensa Bonolis della religione. 

 

 

 
La signora Adele aveva fondato delle case per accogliere ex prostitute, antesignana dei diritti delle donne. "Nella noia dei pomeriggi - ricorda ancora Bonolis -, io giocavo a uccidere lucertole... La zia me la ricordo che mi riprendeva: 'Non si fanno queste cose'. Per il resto era sempre pacata, sorridente. Gentile e mai banale, impossibile farla arrabbiare".

 

 

 

Donna di grande fede, che però non ha trasmesso al nipote Paolo. O perlomeno, non nel modo più "canonico" e tradizionale. "Sono agnostico: mi rivolgo all'impalpabile. Ma non lo invoco e non lo prego, diciamo che provo solo a salutarlo". Ironico e profondo, come quando in un suo libro definì la religione "un ammorbidente per l'angoscia".

 

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