Quando il dolore unisce le mamme del mondo

La riflessione di Mara Carfagna: un pensiero alle madri che tremano per la vita dei loro figli, o li hanno persi, o li assistono in un ospedale
di Mara Carfagnalunedì 12 maggio 2025
Mara Carfagna

Mara Carfagna

2' di lettura

Ogni mamma italiana, ieri, ha ricevuto fiori o quei dolcissimi lavoretti che le scuole materne fanno preparare ai bambini per la Festa della Mamma. È successo anche a me. E il mio pensiero è andato alle milioni di mamme che in questa giornata tremano per la vita dei loro figli, o li hanno persi, o li assistono in un ospedale dopo un bombardamento, un crollo, il colpo di un cecchino. Le madri di Kiev, le madri russe, le madri di Tel Aviv in angoscia per i rapiti. E penso a Shiri Bibas, che viveva pacificamente con i suoi bambini in un kibbutz fondato sui principi di pace e giusta convivenza. E le madri palestinesi, in fila per un po’ di cibo, travolte da un conflitto che le ha rese ostaggio della violenza. Ho pensato a quanto, in un mondo in cui a prevalere fosse lo sguardo di chi dà la vita e non di chi esercita il potere, si cercherebbero con maggiore ostinazione soluzioni che proteggano l’umano prima degli equilibri. Forse non esisterebbero più guerre così lunghe da far dimenticare il perché siano cominciate, o così violente da spegnere ogni ragione.

L’APPELLO DEL PONTEFICE
E ho ritrovato questa suggestione nell’appello per la pace di Leone XIV ai potenti, nel suo primo discorso domenicale, con il Regina Coeli cantato anziché recitato per conferirgli un’assoluta solennità. Quella preghiera rappresenta l’inno alla gioia di Maria dopo la Resurrezione, e credo rispecchi i sentimenti provati da ogni madre, fin dall’inizio dell’umanità, quando una guerra finisce e i figli sono salvi. Sì, la Festa della Mamma è in qualche modo anche la Festa della pace, che non va confusa con la sottomissione né con la resa. Per le madri ucraine, non potrà esserci pace senza la restituzione dei bambini, quasi ventimila, deportati negli orfanatrofi russi e senza la possibilità di tornare a crescerli nella sicurezza e nella libertà. Per le madri israeliane non esisterà pace finché non conosceranno la sorte dei loro figli rapiti, e finché le ferite del 7 ottobre 2023, il giorno dell’eccidio compiuto da Hamas, non troveranno giustizia e verità. E anche per le madri palestinesi, la speranza di un futuro diverso potrà nascere solo quando i terroristi di Hamas che le usano come scudi umani e la loro dottrina di morte saranno annientati.

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Speriamo dunque nella fine della guerra, che è legata alle scelte di grandi leader, quasi tutti uomini. Ma la pace vera, quella che significa rifiuto della violenza come strumento di risoluzione dei conflitti, potrà venire solo se le donne, le madri, faranno un passo avanti, diventando protagoniste dell’educazione al rispetto della vita e dei suoi valori profondi.

Mara Carfagna
*Deputata Noi Moderati

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