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Giorgia Meloni, insulti dal professore Giovanni Gozzini: "Scrofa, rana dalla bocca larga, pescaiola"

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Altro schifo contro Giorgia Meloni. Questa volta a macchiarsi dei peggiori insulti è Giovanni Gozzini, professore ordinario presso il Dipartimento di Scienze Sociali, Politiche e Cognitive dell'Università di Siena. L'uomo, ospite di Controradio nella trasmissione Bene Bene Male Male del 19 febbraio 2021, ha commentato il "no" della leader di Fratelli d'Italia al nuovo governo di Mario Draghi. "Ieri s'era m'è preso il mal di miserere quando ho sentito quell'ortolana, con tutti il rispetto per la categoria, della Meloni...lei pensava di fare una grande fine ad effetto del suo discorso dicendo, lei presidente ha detto questa famosa frase, whatever it takes, io le dico, ripeta whataver it takes per l'Italia. Per l'Italia!". 

 

 

Ma questo è solo l'inizio. "Siamo ancora a questo nazionalismo retorico, demenziale, ignorante. Questa pesciaiola - ha proseguito - e mi dispiace offendere questi negozionanti ma non io posso vedere in Parlamento gente simile, di un'ignoranza di questo livello, che non ha mai letto un libro in vita sua, che può rivolgersi da pari a pari a un nome come quello di Mario Draghi".

 

 

A nulla è servito l'intervento del direttore Raffaele Palumbo, che ha bacchettato l'ospite chiedendo di evitare certe uscite. Un richiamo che il professore non ha colto. Tanto che poi ha rincarato la dose: "Io li conosco i pesciaioli, datemi dei termini: una rana dalla bocca larga? Una vacca? Una scrofa? Cosa devo dire? Cosa devo dire per stigmatizzare il livello di ignoranza e presunzione". Uno schifo quello di Gozzini passato in sordina. Nessuno infatti si è prodigato a prendere le difese della Meloni, ma d'altronde non è una novità. La leader di FdI - sempre per la sua opposizione al nuovo esecutivo - era stata insultata su La Stampa, dove un giornalista affermava che la Meloni vive “sensi di colpa perché la politica la tiene lontana dalla figlia…prodotta con la collaborazione del compagno…”. Anche qui nessuno ha preso le sue difese, salvo poi una piccola retromarcia da parte del direttore Massimo Giannini. 

 

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