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PiazzaPulita, l'ex direttore Ema Guido Rasi: "Nesso tra trombosi e AstraZeneca? Dobbiamo ricostruire la storia di ogni paziente"

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Dopo un'attesa di qualche giorno, iniziata con lo stop ad AstraZeneca imposto da Angela Merkel in Europa e che ha innescato un effetto-domino che ha portato al fermo del siero sostanzialmente in tutto il Vecchio Continente, è arrivato il nuovo via libera dell'Ema, ente certificatore europeo. nel pomeriggio di giovedì 18 marzo, l'Ema ha spiegato che AstraZeneca è sicuro ed efficace, che i benefici sono assolutamente superiori ai rischi e che gli effetti collaterali sono esattamente in linea con quelli previsti quando è stato dato il via libera al siero. Ma Ema ha anche aggiunto di non poter ancora escludere il nesso tra le trombosi del seno venoso e la somministrazione di AstraZeneca. Una puntualizzazione che ha destato qualche perplessità.

 

E di queste perplessità si parla a PiazzaPulita, il programma di Corrado Formigli in onda su La7, la puntata è quella di giovedì 18 marzo. Ospite in studio, ecco Guido Rasi, ex direttore Ema, al quale Formigli chiede: "Ema non esclude il nesso causale tra la somministrazione di AstraZeneca e queste 25 forme rarissime riscontrate tra Unione Europea e Gran Bretagna, in tutto tra 20 milioni di dosi di vaccino. Però, richiede un approfondimento. Cosa significa questo? Si metterà dentro al bugiardino tra gli effetti indesiderati una gravissima trombosi. È tutto qua?", chiede il conduttore.

 

"No, non è tutto qua - risponde Rasi -. La scienza non lavora per dogmi. Quindi il dubbio è l'essenza poi della verità e della confidenza. Il segnale di una cosa nuova c'è, è un segnale assolutamente non declinabile perché sono troppo pochi i casi - rimarca -. E sono troppo eterogenei tra loro: non è accaduto a tutte le donne che facevano una cosa o tutti gli uomini che ne facevano un'altra", sottolinea l'ex direttore Ema. 

E ancora: "Le cause dietro possono essere infettive, di tumori, di tumori iniziali a livello cerebrale, di abitudini di vita. Di tutto. Ci sono una serie di cause che possono portare alla tormbosi del seno venoso, non è che non esistesse prima, esiste. Ma se ne sono verificate in sequenza: dunque è giusto lasciare un'allerta. La farmacovigilanza ora segnalerà con particolare puntualità questi casi ma raccoglierà cosa c'è dietro alla storia di questi pazienti, cosa che non c'è adesso", conclude Rasi. Insomma, l'indagine su AstraZeneca, come avevamo intuito alla vigilia, non è ancora finita. Fermo restando la sicurezza del siero.

 

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