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Fedez contro la Lega: "Mio figlio con gonna e rossetto? Vi ricordate come andava in giro Matteo Salvini?"

 Fedez

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Dopo Elodie, è il turno di Fedez. Il rapper marito di Chiara Ferragni non perde tempo e si scaglia contro la Lega. O meglio, contro il senatore Simone Pillon. Tema, ancora una volta, il Ddl Zan (la legge anti omofobia): "Questa mattina mi sveglio con le dichiarazioni del senatore Pillon che ci spiega il concetto di priorità - ha spiegato in un video su Instagram -. Vorrei entrare nel merito delle prorità del senatore e del Ddl Zan. Cos'è? È un disegno di legge che attua nuove misure di prevenzione e contrasto alla discriminazione e alla violenza per motivi fondati sul sesso, l'orientamento sessuale, l'identità di genere e la disabilità. In sostanza dà più diritti ha chi non ne ha. Nelle scorse settimane il senatore Pillon ha osteggiato l'approvazione". 

 

 

Finita? Neanche per sogno. Ecco che Fedez rincara la dose e dal disegno di legge passa alla Lombardia. "Se vogliamo parlare di priorità facciamolo: vogliamo parlare di come sta gestendo la Lega il piano vaccinale in Lombardi? Oppure per lei la priorità era quando io e mia moglie abbiamo esortato a indossare le mascherine mentre il vostro leader (Salvini, ndc) andava in giro a fare assembramenti e a togliersi la mascherina per fare i selfie, o nel dire che Fedez è un personaggio blasfemo che uccide la nostra civiltà e non può fare appelli di questo tipo?". 

 

 

A conclusione il cantante riporta in auge un video che mostra Pillon a un vecchio al Family Day. Qui il leghista parlava di "bambini maschietti costretti a truccarsi". "Le dico una cosa da padre - replica a quel punto Fedez - mio figlio gioca con le bambole e la cosa non desta alcun tipo di turbamento in me. E non desterebbe turbamento neanche se un giorno dovesse avvertire l'esigenza di truccarsi, mettersi il rossetto o una gonna, perché ha il diritto di esprimersi come meglio crede. La cosa che mi destabilizzerebbe è sapere che vive in uno Stato che non tutela il suo sacrosanto diritto di esprimersi in piena libertà".

 

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