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Tagadà, Peter Gomez sulle riaperture: "Draghi parla di rischio ragionato? Rischiamo di giocarci giugno"

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E' azzardo o rischio calcolato? Questa è la domanda che ci si pone quando si pensa alle riaperture cui il governo ha dato il via libera a partire da lunedì 26 aprile. Secondo Peter Gomez, ospite di Tiziana Panella a Tagadà, oggi non potremmo permetterci una vera e propria ripartenza: "Se si sentono gli esperti, le aperture sono un azzardo. Il premier Mario Draghi ha parlato di rischio ragionato. Il punto è che se le cose andassero male, se aumentassero di nuovo i contagi, noi ci giocheremmo giugno. Giocarsi giugno sarebbe un disastro dal punto di vista economico, peggio che giocarsi due o tre settimane adesso".

 

 

 

Secondo il direttore del fattoquotidiano.it, l'Italia non può essere messa sullo stesso piano di altri Paesi che adesso si permettono di riaprire: "Il dato che mi colpisce è che in tutti i Paesi dove si è riaperto, si aveva un livello di vaccinazioni più che doppio rispetto a quello che abbiamo adesso qui". L'Italia, insomma, avrebbe contagi troppo alti e numeri di vaccinazioni troppo bassi per poter tornare alla normalità, come in Inghilterra e in Israele per esempio.

 

 

 

"Molti sostengono che nella bella stagione il virus, essendo aereo, si trasmette meno, però non dimentichiamoci che in Israele hanno fatto un lockdown ad agosto", ha aggiunto Gomez. Che poi ha ricordato come l'anno scorso, in questo stesso periodo, avessimo delle condizioni di partenza per numero di casi migliori rispetto a quelle che abbiamo adesso. "E' vero che abbiamo vaccinato tanti 80enni, quelli che muoiono di più, e che stiamo iniziando a vaccinare abbastanza bene i 70enni. Però sappiamo che per avere una copertura completa all'80-90 per cento sono necessari due vaccini, non ne basta solo uno. Allora siamo disposti ad avere altri 8-10mila morti?", ha detto alla fine il giornalista.

 

 

 

 

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