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CartaBianca, Roberto Saviano attacca Salvini e la Meloni: l'indignazione per la liberazione di Brusca? "Propaganda"

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L'ex boss mafioso Giovanni Brusca è libero. La decisione, arrivata dopo 25 anni di carcere per fine pena, (comunque in anticipo di 45 giorni rispetto alla scadenza della condanna ndr), ha sollevato l'indignazione della politica intera che per una volta ha dimostrato di essere dalla stessa parte. I primi a commentare la scarcerazione dell'uomo che uccise Giovanni Falcone non potevano che essere del centrodestra: "Una vergogna - l'ha definita Giorgia Meloni -, uno schiaffo morale a tutti coloro che sono caduti sul fronte della lotta alla criminalità organizzata. Il mio pensiero è rivolto alle vittime innocenti uccise dalla mafia. Noi non dimentichiamo i nostri eroi". A farle eco Matteo Salvini: "È inaccettabile, umanamente, moralmente e politicamente. Se la legge lo prevede e lo permette, vuol dire che va cambiata la legge sui pentiti". Eppure per Roberto Saviano quelle del numero uno di Fratelli d'Italia e della Lega non è altro che propaganda. Lo dice chiaro e tondo a Cartabianca, il programma di Rai3 condotto da Bianca Berlinguer. "La liberazione di Brusca è una notizia dolorosissima - premette -, ma la Corte ha rispettato la legge, che è la legge sui collaboratori di giustizia. Ho trovato un po’ di propaganda nel fatto che una certa politica populista abbia cercato la scorciatoia emotiva".

 

 

Ma non è tutto perché nella puntata di martedì 1 giugno lo scrittore si scaglia contro il centrodestra anche sull'immigrazione, ancora una volta esortando a "regolarizzare i migranti clandestini". "Senza diritti, queste persone vengono usate dalle sacche criminali. Dobbiamo smettere di vederci come la Cenerentola d’Europa. Non siamo solo noi che accogliamo". Finita qui? Niente affatto. Questa volta la critica è più generale e punta dritto al governo: "Sull’immigrazione c’è stato un cambio di tono importantissimo da parte di Draghi su Erdogan e la Turchia. Mi è sembrato un equivoco, invece, ringraziare la guardia costiera libica. L’unica soluzione sono i corridoi umanitari protetti"

 

 

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