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Massimo Giletti, stop alla tv? "Vorrei frenare con il lavoro". La confessione sulla mafia e il dramma personale

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Nonostante il forte successo di Non è l'Arena, Massimo Giletti vuole rallentare. Il conduttore di La7, dopo essersi sdoppiato con uno speciale tutto sulla mafia, ha ammesso di essere stanco: "Ho 59 anni. Ho perso mio padre. Mia madre non sta per nulla bene. Con lei avevo un dialogo costante che ormai non c’è più. È una stagione dell’esistenza nella quale cominci ad avvertire il peso dei distacchi. Vorrei frenare con il lavoro. Rifiatare e concentrarmi sull’amore". Giletti, in una lunga intervista al settimanale Oggi, ha ammesso di aver avvertito la solitudine. In particolare dopo le minacce mafiose subite, le stesse che l'hanno costretto a vivere sotto scorta. 

 

 

Eppure, nonostante tutto, il conduttore non ha alcuna intenzione di darsi per vinto: "Abbiamo realizzato una puntata sulla trattativa Stato-mafia: un viaggio rabbrividente nei luoghi dove ancora troppe verità sono nascoste. La verità va sempre preservata e può essere sempre trovata. Basta scavare. È un messaggio importante per un Paese che spesso non ha memoria". Sempre qualche settimana fa Giletti non era riuscito a nascondere un briciole di amarezza per quello che ha trascorso: "Sono stato lasciato solo da tanti colleghi. Se questa battaglia contro i boss, nel periodo del Covid, l’avessimo fatta in tanti non sarei entrato nel mirino di Cosa nostra". 

 

 

Altra amarezza quella che ha visto il suo programma cancellato dalla Rai. Questa, però, acqua passata visto che ad accoglierlo ora c'è un'altra Rete per la quale si dice molto grato: "Chi fa numeri importanti è oggetto di attenzioni. Ma io scelgo sempre con il cuore. Non potrò mai dimenticare che il giorno in cui stavo seppellendo mio padre, nel gennaio 2020, mi sono sentito abbracciare alle spalle. Mi sono girato e c’era il mio editore, Urbano Cairo".

 

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